Coda di settimana molto intensa, come sempre. Segnata come dirò dalla presenza dei ragazzi colombiani a casa nostra e dall'ambaradàn di Terra Madre e del Salone del Gusto. Al quale Salone ho partecipato in veste "professionale"; intendendo come professionale il versante alternativo delle mie attività, che esulano dal campo medico per spaziare nel variegato mondo della carta stampata. Insomma: ho girato il Lingotto con penduto al collo il pass "PRESS/STAMPA", senza oneri per il sottoscritto. E mi sono reso conto di come, all'interno di una manifestazione, apre più porte quel cartoncino plastificato che un passe-partout di Lupiniana memoria. Lo so che per altri è da tempo routine farsi accreditare, e so che scopro l'ennesima acqua calda. Però per me era "la prima volta" (se escludiamo una comparsata a ExpoFerroviaria... minuzia rispetto al Salone)...
Ringrazio il Corriere, per aver prodotto la lettera di accredito: vedo avvicinarsi a ormai a grandi passi la scadenza del biennio di collaborazione (due settimane...), al termine del quale arriverà il sognato tesserino da pubblicista. Materialmente sarà l'ennesimo talloncino plastificato che andrà a gonfiare il portadocumenti. Intimamente sarà invece un punto di arrivo, che affettivamente varrà quanto l'iscrizione all'Ordine dei Medici.
Dieci anni fa, a Cortona, a quello stage promosso dalla Normale di Pisa, interpellai un professorone, chiedendogli consiglio su cosa fare della mia vita: il giornalista o il medico? La risposta fu profetica: "Si ricordi che come medico potrà sempre fare il giornalista, ma come giornalista difficilmente potrà mettersi a fare il medico...".
La profezia si è avverata.
31 ottobre 2006
Le gioie della professione (alternativa)
Pubblicato da K&F alle 20:28
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
1 commento:
Ciao prof! Come sta Ka?
Posta un commento