21 settembre 2006

Il ribollir de' tini

E venne il giorno della vendemmia. Per liberarmi mezza giornata ho rischiato un paio di incidenti diplomatici in quei di Cuneo. Comunque, nonostante un ritardo abissale, (mi sono giocato la mattinata e metà del pranzo...) hanno avuto il buoncuore di lasciarmi da pigiare due garòss di uva e soprattutto di lasciarmi da lavare a suon di gomma a pressione tutta l'attrezzistica. Adesso attendiamo l'avvio spontaneo della fermentazione.

18 settembre 2006

Restare a bocca aperta

Due volte oggi pomeriggio. La prima, sentendo quel fenomeno di Riccardino con la chitarra elettrica suonare l'allegretto Alla Turca di Mozart. La seconda, sentendo il coro polifonico di Sant'Antonino diretto da Caterina. Il primo faceva paura per la scioltezza e la disinvoltura nel suonare a puro orecchio. Il secondo, con giochi di voci da brivido, nonostante l'età media prossima alla settantina.

17 settembre 2006

Recital su recital

Weekend molto intensivo. Ci sono due recital in ballo oltre a Forza Venite gente. Uno è quello di Sant'Andrea: si intitolerà "Deo Gratias" e ricalcando il film uscito recentemente "Una cosa in mente" racconterà la storia di San Giuseppe Benedetto Cottolengo nostro illustre concittadino. Volevo starne del tutto fuori. Poi diplomazia volle che fosse meglio evitare attriti in Parrocchia. Ma soprattutto amicizia volle essere vietato abbandonare la tribù musicale che chiede soccorso. Ok, si parte. E così oggi abbiam provato con gli strumentisti da Roby... E come un ragazzino mi sono divertito un sacco... Anche a fare il cretino con la tastiera. Con sommo piacere ho anche scoperto che le dita funzionano ancora: se solo uno avesse più tempo... La prima: il 25 novembre.

Secondo spettacolo, quello a cui davvero tengo di più. Metteremo in scena la storia dei trent'anni della chiesa di Bescurone. Dopo qualche mese di ricerca e letture, qualche abbozzo nelle scorse settimane e la nottata di venerdì, sono uscite venti pagine di copione. I ragazzi ci sono: hanno dato la disponibilità, e vedremo se dopo lo show potremo continuare a trovarci in gruppo con loro. E' una scommessa, quella di voler far rinascere un gruppo giovani nella comunità del quartiere. Ci proviamo partendo di qua. La prima: 7 ottobre (dietro l'angolo, ma ce la faremo).

Il primo amore resta comunque Forza Venite Gente. Dopo la performance della scorsa settimana a Macellai, siamo pronti a partire per Carmagnola, dove la compagine di cento persone si esibirà nella Collegiata. La replica: 30 settembre.

15 settembre 2006

Un signor arcobaleno


E' quello che stamani ha accolto i pendolari scesi dal treno a Cuneo. Da levare il fiato.

13 settembre 2006

Invio materiale vuoto viaggiatori?

"Si informano i signori viaggiatori che il treno invio materiale viaggiatori 14586 proveniente da Ventimiglia e diretto a Torino Porta Nuova arriva e parte dal binario 3 invece che dal binario 1". Se si può chiamare vuoto il treno di 15 carrozze proveniente da Lourdes... Ancora complimenti agli annunci automatici di Fossano (dove peraltro sono in attesa del mio treno per Cuneo in ritardo e dove l'espressone di Lourdes continua a fare avanti e indietro perché non riescono a liberare le sezioni di blocco).

01 settembre 2006

Le barriere linguistiche e quelle culturali

Anche un radiologo in erba può trovarsi a dover superare ostacoli di comunicazione che non si sarebbe mai immaginato di affrontare. Eppure a volte capita. E voglio raccontare i fatti di oggi a futura memoria.

Premessa. Il clisma opaco a doppio contrasto è una metodica che si avvia al pensionamento, ed è una delle ultime sopravvissute di una radiologia del tempo che fu, oggi surclassata da eco, tac e risonanza. Ebbene: mediante una tecnica relativamente semplice è possibile visualizzare la panza di un paziente in tutti i suoi grovigli, a patto di fargli sopportare per una decina di minuti un tubicino infilato colà e uno specializzando che saltabecca intorno al tavolo intimando di tenere il fiato, di spingere o di dare colpi di tosse.

Considerazione. Trattandosi di un esame impegnativo e persino imbarazzante, è per me una sfida quotidiana far si che il paziente se ne vada "contento". Ovvero si ricordi più di un certo atteggiamento gentile, sdrammatizzante e persino un po' scanzonato (capace però di alternarsi a momenti di estrema professionalità nei passaggi più critici) che non del fastidio dell'insieme.

Ecco. La difficoltà del giorno è stato fare l'esame a una signora di origine maghrebina non capace di comunicare né in italiano né in francese. E siccome l'arabo mi manca, il problema è stato grave. Almeno quanto può esserlo avere accanto a me, dietro il vetro piombato, il marito a fare da interprete durante la procedura (avvertito del rischio raggi, ma o così o niente). E soprattutto, sapendo quanto per una donna araba la femminilità sia il tesoro più custodito, cercare per lei come per chiunque altro anche di non violarne il pudore oltre le necessità tecniche procedurali.

Non so ad essere sincero cosa lei abbia davvero pensato di tutto l'ambaradan. Però alla fine di tutto il viso, di nuovo incorniciato dal velo del chador, brillava di serenità e quel "grazie" detto in una lingua non sua, aveva comunque un grosso carico di sincerità.

Se da ENTRAMBE le parti c'è la volontà di farlo, è possibile trovarsi a metà strada anche nelle situazioni più insperate.