31 agosto 2005

Severino parte II

Arrivare ieri a casa e trovare una ormai usuale lettera sigillata S.P. via Arcivescovado 12 Torino. Il buon Cardinal Poletto che come ormai d'abitudine risponde alle missive di uno dei suoi giovani. Evviva. Si conferma non essere un porporato seduto sul suo scranno, ma capace di scendere tra la gente. E' nata un'amicizia...

Ultim'ora

Veramente già di ieri sera... Arriva un sms da don Claudio: "Esultate con noi: abbiamo il viceparroco!".

30 agosto 2005

Ci vuole sempre qualche giorno

Cari amici vicini e lontani rieccomi!
Dopo tanti post lanciati a quattro mani dal cellulare di Fra, direttamente dalle ferie, torno alla carica in prima persona per raccontarvi i sintomi della tipica sindrome da post ferie che sta facendo scempio di me.
Sarà che sono tornata lunedì scorso all'una e dieci del pomeriggio e alle tre (sì, esattamente meno di due ore dopo) lavoravo, sarà che il resto della settimana è stato un susseguirsi di feste, cene e obblighi casalinghi, sarà che non è che a Colonia uno si sia proprio rilassato in ogni sua fibra...
Quale sia la causa non lo so, fatto sta che sono più stanca di prima!
Soddisfatta, satura di meravigliosi ricordi, di contenuti e di amici vecchi e nuovi ma indubbiamente, fisicamente, stanca.
Tornare al lavoro ma ha fatto pensare ai bei tempi andati delle vacanze scolastiche, dell'ansia di tornare a scuola, del profumo di cancelleria nuova, di libri e di diari, di classi rimaste chiuse tutta l'estate.

E anche in questo ci sono pro e contro.
Sì sono stanca ma per la prima volta da sempre sono partita senza cose lasciate a metà, lasciate a casa a far la muffa.

Sono partita per le ferie e sono tornata dalle ferie, niente esami da preparare, niente faccende a cui attendere, niente persone per cui preoccuparsi mentre sei via.

Io, Colonia e il resto del mondo.

E permettetemi: è una fatica star su ora ma è stata proprio una bella soddisfazione!

Saluti e baci.

C.

Novena


E' ufficialmente partita la novena al Santuario. La truppa, come tradizione, si riunisce alla messa delle 20. Ma quest'anno, anziché Sant'Andrea, siamo targati UP50. E tra reduci di Colonia & Friends eravamo proprio tanti. Nei cenno al microfono di presentazione ho definito il gruppone "La Chiesa giovane di Bra". Un programma. F.

Come i Simpson

Il sottoscritto in poltrona e Carla che lava i piatti... Prometto che è solo un caso fortuito (Barbara, mi raccomando, non svenire). A casa nostra si collaborerà. Evitando la figura mitica dell'uomo in mutande davanti alla tv con consorte sguattera.

Albisola/Albissola: mistero svelato

Ricordate in uno dei post di luglio i miei interrogativi sulla diversa grafia di Albissola Marina e Albissola Superiore? Bene: svelato l'arcano, grazie a Raf di Arenzano, che mi invia questa interessante descrizione:

"... Allora, a quanto so io un tempo le due Albisole si chiamavano tutte e due Albisola, con una sola s, sia la Marina che la Superiore. Poi un giorno (circa 200 anni fa) fu attribuito il titolo di "città" dal Re ad Albissola Marina (l'allora Albisola Marina), ma nell'atto di attribuzione del nome vi fu un errore da parte di qualche incaricato del Re, il quale scrisse erroneamente "Città di Albissola Marina" (con due s) sull'atto firmato dal Re. Venne deciso, in quell'epoca per non contraddire il Re di variare il nome della città nell'attuale Albissola Marina.

Ultimamente si parla di fare un comune unico, formato da Albissola Marina, Albisola Superiore e Albisola Capo (che è una frazione
della Superiore), che prenderebbe il nome di Albisola (senza nulla dopo e con una sola s). Ma ci sono delle polemiche fra gli abitanti dei due comuni, alcuni dei quali vorrebbero lasciare i comuni divisi, altri che vorrebbero che il nuovo comune si chiamasse Albissola (con due s).

Poi c'è una storiella (che è per bambini e non corrisponde alla realtà) che ci insegnavano alle elementari per sapere i nomi dei paesi, secondo questa storia Albisola Superiore si scrive con una sola s perchè ha ceduto la seconda all'iniziale del nome Superiore. Comunque quando qua si pronuncia Albisola, che sia marina o superiore, viene generalmente pronunciata con una sola S.

L'uscita dell'autostrada e la stazione nuova del treno si chiamano Albisola con una sola s perchè sono nel territorio di Albisola Superiore. Alla vecchia stazione non ci ho mai fatto caso come fosse stato scritto il nome, comunque anche lei si trova nel territorio della Superiore.

Albissola Marina si chiama Marina perchè è nata sulla costa, in riva al mare, mentre la Superiore è nata all'interno, nella zona a nord del casello dell'autostrada, sulla strada per andare al Sassello. L'Albisola che vediamo sul mare nel territorio di Albisola Superiore è Albisola Capo, che è una frazione (se vai là non dire che è una frazione, si offendono) di Albisola Superiore. Questa si chiama Capo perchè si è sviluppata a partire dalla zona del Capo, quel costone roccioso dove c'è la galleria dell'Aurelia".

Meglio della guida Michelin. Grazie ancora a Raf per l'esauriente spiegazione.

28 agosto 2005

Un'epidemia

Ti distrai un momento e succede di tutto: dicono che il mondo stia andando alla fine. Non è vero: dalle nostre parti spuntano passeggini senza che nemmeno ci si renda conto che le mamme sono in dolce attesa. E allora oggi tre bimbi tre, nuovi di zecca. Del tutto ignoti al sottoscritto. Leonardo (di Daniele e Veruska), Gaia (di Seba e Simona) e Carlo (di Lorenzo e Antonina). Uno più bello dell'altro. Tre sorprese nell'ultima intensa domenica di agosto.

27 agosto 2005

Matrimonio in rosso mattone

No, non è l'abito della sposa... Ho stampato il foglio guida per le nozze di Giando e Vale che avranno luogo tra un paio d'ore scarse... Ovviamente finito l'inchiostro. Ovviamente la cartuccia rigenerata comprata ieri ha gli ugelli otturati... Che fare?? Visto che l'unica che funziona è quella a colori, cercando di evitare un mix cyan-magenta che avrebbe sortito uno splendido lilla defunto (poco adatto alla cerimonia) ho pasticciato fino a partorire i fogli nella suddetta tinta terra di siena. Mannaggia ai rivenditori di cartucce e anche un po' alla Lexmark, che potrei quasi far fuori... F.

23 agosto 2005

"Per un'altra strada fecero ritorno al loro paese"

Il ricordo delle fatiche alla vista del pullman-terrapromessa è svanito in un istante. Sono rimasti solo i momenti belli dell'esperienza. Certo, ne abbiamo viste di ogni colore. Ma questo non vuol dire nulla: solo le cose buone sono quelle da riportarsi dietro. Il resto non conta. L'ultima sfacchinata, il viaggio di ritorno. Stanchi ma felici. E soprattutto, cambiati dentro. E non poco.

Odissea

Una celebrazione in grande stile. Di nuovo le parole di Ratzinger sferzano i giovani e li spronano ad andare avanti. E finita la grande messa... l'apocalisse.

Mai ho fatto viaggio più fortunoso. Navette bus bloccate. Il C10 che, là in mezzo ai campi di barbabietole da zucchero proprio non arrivava. Come siamo rusciti a saltare su un C08, non lo descrivo. Corse indietro, qualche spintone, attimo colto nell'istante in cui si sono aperte le porte. Ore in direzione Colonia, verso una meta che comunque non sarebbe stata la nostra. Una cartina uscita miracolosamente dallo zaino ci permette di studiare l'itinerario in città, e con un po' di tram e metro riusciamo a portarci a Messe, dove sapevamo avremmo trovato il nostro pullman.

Tutto ok? No: e di lì come arrivarci? Per fortuna la Provvidenza: compare il don con il suo solito "Ciaooo!!". Fresco come una rosa: è partito dopo di noi. Ha beccato un pullman qualsiasi che lo ha portato esattamente dove dovevamo arrivare. Due ore prima di noi, e senza fatica.

Per la serie: loro preti hanno una guida non solo satellitare...

Delusione?

Con negli occhi e nel cuore Roma e soprattutto JPII, la veglia, molto catechesi e poco coinvolgente, è stata un po' triste. Belle le parole di Ratzi (ce le andremo a rileggere con calma, qui). Ma non un saluto, non un cenno di rottura dell'immagine ieratica del professore di teologia. Nemmeno un "cari ciòfani". Nulla. Peccato.

Notte sotto le stelle al freddo, al gelo, all'umido. Che però nella perfetta alchimia di materassino autogonfiabile, sacco a pelo impermeabile e rivestimento di metallina, Carla ed io non abbiamo patito. Anzi: io ho fatto una tirata unica di sonno fino all'alba.

Dicono che alle 5 don Claudio mi abbia scavalcato per andare in sacrestia. Dicono anche che alle 3 si sia levato alla mia sinistra un grido: "Un toooooopooooooo!!" . Non ho sentito nulla. E la sveglia sono stati i rintocchi della campana e il grido al microfono "Buongiornooooo Italiaaaaaa!". Un po' traumatico.

Marienfeld

E venne il giorno in cui partimmo per la spianata di Marienfeld. Un'avventura cominciata alle 5 del mattino di sabato 20 e finita poi alle 13,30 di lunedì 22 con l'arrivo a Bra. Un unicum.

La levataccia, la galoppata per Dusseldorf con i bagagli al seguito verso Sant'Ursula, dove li abbiamo parcheggiati. Colazione. Tram. Stazione. Non ci volevano far salire sul treno secondario per Horrem mentre volevano pigiarci sulla linea che passava per Colonia. Abbiamo insistito e alla fine sfondando un po' le barriere siamo saltati sull'omologo del nostro minuetto, lungo una linea a singolo binario e non elettrificata.

Arrivo al paesello di Horrem. Ci incamminiamo. Attraversiamo la distesa di casette. Poi verso i campi. Poi nel grano appena tagliato. E laggiù, in lontananza, il profilo di quello che sarebbe stato Marienfeld.

Ho messo la chitarra al collo. E abbiamo cantato. La strada è sembrata più corta. Ma soprattutto intorno a me strillante si è
formato un coro internazionale, sulle note del Magnificat e di Venimus Adorare Eum, ma anche di Guantanamera e della Bamba. Con mani, tamburelli, fischietti.

Entrata nel campo. Ricerca del settore B10. Solo tanta tantissima erba alta. Via dunque agli spianamenti: teloni, materassini, sacchi a pelo. Una scatola per il pranzo, la cena, la colazione (e il pranzo e la cena successivi, ahinoi) esattamente in linea con quanto consumato nei giorni precedenti.

E dopo la pappa... la nanna. E anche se il cielo minaccia diluvio, una sola certezza: non pioverà. Non può piovere, qui. Non deve. E difatti, a fine pomeriggio... il sole. E di notte ci sarebbero state persino le stelle.

20 agosto 2005

Notte casino

Come ogni ultima notte, abbiamo dato spettacolo. Poco importa se abbiamo dormito due ore. Si segnala un Alessio particolarmente esaltato. E un don non troppo da meno.

19 agosto 2005

Rubata

La mia macchina foto. Nell'istante in cui mi sono avvicinato al banco dell'infopoint. Prologo di un venerdì pomeriggio storto, in cui si spaccavano anche gli occhiali da sole.

Certe decisioni vanno prese subito di fronte a certi segni: avevo appena scaricato le foto sul portatile di Guido. Sono entrato nel negozio di fotografia del centro commerciale e sono uscito con l'ultima Canon. Spendere qui o spendere a Bra era lo stesso. E ora posso permettermi 500 foto tutte da fare nel percorso verso Marienfeld.

Severino

E il venerdì mattina è stata la volta dell'incontro col nostro Cardinale. Che ormai mi conosce per nome ed è lui a presentarmi a tutta la diocesi giovane convenuta come Francesco il medico di Bra nel momento in cui mi accosto al microfono per la domanda. E' stato chiaro, diretto, concreto nelle sue proposte e riflessioni. Il pastore col può gregge. Bravo Severino! Le vogliamo bene. Noi della Diocesi di Bra in particolare. Oooops: non siamo diocesi? Poco ci manca... ;-)

18 agosto 2005

"Guarda, Matteo: il mondo è lì!"

Una ressa di folla festante pronta a prendere il treno. La piazza piena. Bandiere di ogni colore. Canzoni, grida, danze. Non la calca ma un giovane popolo che nella gioia è venuto a dire il suo Sì a Cristo.

Un intero mondo, proprio lì, davanti a noi. Basta allungare le mani e lo abbracci tutto. Io e Matteo ce lo siamo goduti parlando di futuro. Tocca a noi raccogliere l'eredità di chi ci consegna la terra. E soprattutto dobbiamo per l'ennesima volta uscire dal nostro guscio, per buttarci con fiducia nell'abbraccio dell'universo. Conoscere, vedere, incontrare, imparare. Non tutti lo possono fare, ma chi può ha poi il dovere di spendere tutti i talenti e portare l'annuncio. Con tanta tanta fiducia in chi a tutto provvede e vede ben al di là dei nostri timori. E poi pronti a rimetterci in gioco in caso di scivoloni e cadute.

Venimus adorare Eum


L'urna d'oro con le spoglie dei Magi. Nel silenzio maestoso del Duomo. Il gotico teso verso il cielo. Slanciato verso Dio. L'organo suonato da un maestro capace di riempire di potentissimi bassi le navate, di far vibrare insieme all'aria anche l'anima di chi, come me, si è lasciato cadere in ginocchio in un angolo. Dicono che la vecchia roccia del vecchio Fra si è sciolta come burro. La conclusione di un cammino di fede durato un anno, nel quale Carla, Chiara ed io ci siamo avventurati con tre gruppi di giovani animatori, cercando di regalare loro il brivido dell'incontro con Dio. Mi sono sentito per un momento sacerdote, re e profeta. Non ho retto al peso di tale sensazione. E ho pianto come un bambino.

Mercanti in fiera

Diamo il premio per la migliore bottegaia a Sara R. Ormai qui vige il baratto e ognuno di noi indossa o ha nello zaino almeno un capo di abbigliamento straniero. Si scambia di tutto. E la nostra piccola mercatante batte ogni record. Per non parlare dei Salesiani, che nel nome dell'Oratorio arraffano di tutto qua e là. Se li vedesse don Bosco...

Aria, acqua, sole, terra

Un pomeriggio così, passato in attesa di vedere Papa Ratzi.

In terra, ovvio.

Al sole, meno male.

Con vento fresco, per fortuna.

Davanti all'acqua del Reno, uno spettacolo meraviglioso.

Il Papa (apro parentesi: che fatica chiamarlo Papa... per me la parola indica ancora il faccione slavo di JPII), il Papa dicevo è transitato sul battello benedicendo. Visto a breve distanza. Ok, missione compiuta. Non chiedete cos'ha detto e fatto durante la liturgia: un po' a seguire la flebo di un'ipotesa (i colleghi germani non volevano credere alla mia laurea), un po' in un profondissimo sonno sull'erba che ha isolato i miei contatti con il mondo vivo per un'ora. Cena decente. E poi, il Duomo...


La cronaca

Siamo rientrati alla base alle due. Le voci di popolo dicono che l'incidente di stanotte ha visto un ragazzo perdere la vita. Noi speriamo che sia solo una voce, ma purtroppo siamo sfilati davanti a un lenzuolo bianco. Poi un treno comparso dal nulla ci ha riportati a Düsseldorf. E dalla stazione lunga camminata verso casa. Finché nel cuore della notte abbiamo fermato un tram diretto al deposito che dietro nostra supplica ha messo fuori il numero 712 e ci ha portati in periferia.

Taglio strategico della catechesi stamani. Primo pranzo decisamente saziante. E adesso, quando l'intasata stazione riapre, via a Colonia ad attendere Benedetto.

17 agosto 2005

Si pianta la metro

Incidente. E ovviamente la metro che deve sfollare le cinquantamila persone di cui sopra (o sotto, dipende da come leggete il blog) è bloccata, con un gruppo di noi sopra, e un gruppo piantato allo stadio, senza pietà. Fortuna che K Fescion* ha avuto l'idea di prenderla in direzione opposta alla massa e di fare il giro al vicino capolinea, così ci siamo seduti non schiacciati. E va be': una voce negativa al
bilancio del giorno ci voleva. Comunque vada, domattina la sveglia sarà alle 7. Ma domani è un altro giorno. Anche Colonia comunque sembra non reggere il ritmo.

* ovvero Carla secondo il popolo di San Giovanni; il perché chiedetelo ad Alessandra.

E lo stadio era pieno...

Un colpo d'occhio senza paragoni. E per una volta, pur sentendomi di solito io più europeo che italiano, ho messo con gioia la mano sul cuore sventolando il tricolore e gridando "l'Italia s'è desta". Anche se sul "siam pronti alla morte" ho ancora qualche legittimo dubbio. Ma via: una festa stupenda, come noi soli italiani sappiamo fare. E lo dicono tutti.

Smash


Ci siamo trovati!!!

In modo fortunoso e rocambolesco ci siamo beccati e siamo entrati insieme nello stadio. Max detto Smash e il sottoscritto (noto ai forumisti come pythagoras361), i soli a Colonia dei discolacci del forum di WindWorld.org.

Poco ma intenso il tempo per parlare, con la promessa di rivederci prima possibile. Ma soprattutto il brivido di scoprirsi in questo luogo dietro la stessa stella...

Un'amicizia da coltivare. Ci contiamo entrambi.

Lingue

E' un imperativo categorico: conoscere e praticare le lingue degli altri popoli. Ho scoperto un inglese che non pensavo di saper parlare. Il francese è ripartito dopo tre anni di garage. Per lo spagnolo basta qualche S e andare a senso. Urge studiare il tedesco, prossima sfida.

Bans

In piazza con i volontari tedeschi. Siamo in tremendo anticipo per il pranzo, ma la cosa è voluta, per saltare ogni coda ed evitare il macello di ieri, dove in questo slargo c'erano diecimila affamati. Adesso 50 ballano, 20 giocano a calcio, altri fanno "coda" svaccati al sole.

La storia riconcilia la nostra famiglia con il popolo tedesco: nonno fu prigioniero qui per anni, come tanti altri italiani. Oggi mi sembra di voltare pagina e di fare pace con una generazione che nulla può delle colpe delle precedenti.

Un tragico sms

"purtroppo è morto FRERE ROGER di TAIZE' ucciso da uno squilibrato che dispiacere preghiamo". Così alle 23.57 di ieri Claudio Gallizio ci ha dato la tragica notizia. Siamo sconvolti. Un momento di festa segnato da immane dolore. Attendiamo le reazioni ufficiali della Chiesa. L'augurio è che anche per lui si levi il grido "Santo, subito!". Un altro grande che, dopo Romero, muore martire davanti all'altare.

16 agosto 2005

Mosè sull'orlo della Terra Promessa

Così mi sono sentito oggi per due volte. Quando sono arrivato a un passo dal cibo ed era finito. E poi per ore al cancello dell'arena, con metà dei nostri dentro e noi sbarrati fuori allo scadere della x-sima persona che ha fatto scattare il troppo pieno. Vedere la meta e non poterla raggiungere. A modo suo - lo dicevo col don - una piccola catechesi. Ma se non hai le spalle già larghe di tuo, potrebbe succedere che di giornate come queste resti solo il ricordo più cupo. E il compito di noi più vecchi è quello di sostenere e incoraggiare nonostante tutto. Via: tutto è risolto per il meglio. E dell'arena sto occupando il miglior posto davanti al palco. In prima fila. Ci siam persi la messa, pazienza. Ora inizia lo spettacolo.

Tre note comunque in tono nel dissonante accordo della giornata: la preghiera di stamani con altri della famiglia torinese (che bello ritrovare Paolo Burdino) con un pianoforte da brivido, due persone incognite che han detto ad altri di salutarmi (sono famoso?) e il fatto che i nostri cappellini sono continuo oggetto di interesse da parte dei giovani di altre nazioni. F.

La città ha fatto flop

Impreparati. Dusseldorf non regge il ritmo. Niente da mangiare né per pranzo né per cena. Mezzi pubblici insufficienti per raggiungere l'arena. Disorganizzazione generale. Notizie vaghe e sbagliate. E se lo dice anche il nostro imperturbabile don Claudio... A tutto ci si adatta, certo, ma... Quiccèggrossacrisi. E il mio spirito (Carla says) vacilla tanto che devo evadere di corsa dalla metro piangendo come una vitella in preda a crisi isterica (ma zio Fra vede e provvede). Morale, l'arena vescovile la si raggiunge a piedi, e guai a chi mi parla ancora almeno per oggi di treni, sopra o sotto terra. Però la passeggiata sul Reno rivela dolci e placide casette sull'acqua. Dicono che anche nelle altre città le cose sono pari: Smash da Colonia, i ragazzi di Ottersweier da Bonn sono corrispondenti che dicono cose simili. Comunque abbiamo acchiappato il tram sotterraneo e all'arena ci siamo.

La proverbiale precisione crucca...

... stavolta ha fatto cilecca. I poveri parrocchiani di Sant'Ursula ce l'hanno messa tutta, ma deve essere sfuggito loro qualcosa se abbiamo cenato solo alle 23. Comunque il sacco lo abbiamo riempito. Sistemazione: scuola elementare, in un'aula i maschi nell'altra le femmine. Docce negli spogliatoi in palestra (ma perché a questo punto ci impongono il costume? Ci sfugge...). Sui materassini nell'ordine: Alessio, me, Paolino, Ale, Red, Roby. Altra fila: don, Christian, Davide-di-Sanfrè, Paolo Gallo detto Pupi, Giova, Matteo. Ovvero, tutti "noi". Battaglia a ciabattate. Una bottiglia di rosso del Baden comparsa da uno zaino e offerta da Martin di Otterweiser. Biscottini scroccati alle ragazze. Qualche barzelletta idiota. Cuscini che non si gonfiano. Va' là, ché la baracca l'è dignitosa. Notte...

15 agosto 2005

Permettetemi una (decisa) critica

Una messa così non l'avevo mai vista. Una messa rock, giovane, bella, internazionale, ma incredibilmente sentita. Oggi, aeroporto di Mannheim. Tutti i giovani della diocesi di Friburgo, ospiti e ospitanti, in un arcobaleno di 48 nazioni. Capaci di scatenarsi sull'alleluia di Haendel rifatta in chiave pop e poi tacere in istante. Un Credo rap già sentito nei giorni scorsi a Ottersweier. Il vecchio Lodate Dio divenuto un bolero. E il canto del Magnificat in un canone cantato da diecimila persone. Una festa in onore di Cristo e di Maria.

La critica la faccio a noi, alla nostra pretesa di avere i giovani a messa quando non sappiamo parlare il loro linguaggio. Se la tiriamo avanti col finto gregoriano dei primi anni del postconcilio, avremo sempre più le chiese vuote.

Un giovane va a messa se l'ambiente lo accoglie, se trova risposte ai suoi bisogni e se la sente vicina a lui. Non ditemi che certe lagne se fatte bene sono belle: quando provi a scrollare la polvere dai banchi arrivano le varie Commissioni a "rimettere le cose a posto". Solennità? Pulizia nella liturgia? Se è la Festa del Risorto, facciamo festa con Lui e per Lui come OGGI si fa festa ad un amico. Non cambia la sostanza, ma si rinnova la forma.

"Dare svolte e parole nuove". Stupire, incantare. Tutto va fatto con senso e moderazione. Ma prometto solennemente che tante suggestioni annotate in questi giorni, per me saranno dei via libera incondizionati a sperimentare. F.

Sulle note del silenzio


Momento degli addii a Ottersweier sotto il diluvio. L'acqua giù dal cielo si è confusa con le lacrimucce. Ma quello squillo di tromba che improvvisamente si è levato davanti alla chiesa di Maria Linden (Maria dei tigli) me lo porterò dentro come una delle emozioni più forti degli ultimi tempi. Baci ad Hans, Brigitte, e a tutti i ragazzi. Con la promessa solenne: ci rivedremo a Bra. F.

14 agosto 2005

Un tramonto alle 10 della sera

E non siamo mica a giugno. Meraviglie della natura: ad ovest, lato Francia, non ci sono montagne per centinaia di km. E il gioco è fatto. Mi diceva Martin che a giugno c'è luce fino alle 23...

Un compleanno speciale

Maria Chiara e Alice non dimenticheranno mai i loro 19 anni... Tra la fiaccolata nei boschi e la Schwarzwaldkirschetorte. E l'immancabile Emmanuel...

Toilette or potatoes?

E dopo tanta festa qualcuna di nome Paola fa ancora un giro da McDonald's. Chri con questa frase ne dipinge una splendida icona.

Uno splendido pomeriggio d'acqua


14 agosto con freddo e diluvio ai 1000 m della foresta nera. Che è proprio foresta ed è proprio nera. Alberi altissimi, che in basso non hanno rami. E un'oscurità quasi impenetrabile. Il lago Mummelsee con la nebbia. E poi la sera alla festa patronale di Baden Baden, cenando a suon di würsteln (sì, con la n, plurale) e mandorle rigirate nel miele. Dite quello che volete, ma questo vuol dire sentirsi vivi.


La festa patronale

La comunità parrocchiale di Ottersweier ci ha salutati con mega pranzo, danze, canti e un piccolo pensiero. Abbiamo ricambiato con la nostra musica e un caldo invito a venire a Bra. Calore e ospitalità.

Si segnalano Paola nel ruolo di vocabolario Tedesco-Italiano e Carolina nel ruolo del volume Italiano-Tedesco. Ottime interpreti della prosopopea sconfinata di don Claudio e di Pater Jürgen.

13 agosto 2005

Costruisci la mia Chiesa

Era una metafora. Ma oggi abbiamo tirato su anche l'edificio. Che spettacolo.


Avej na fumna grasa...

... ovvero: piemontesi nel mondo. Dopo lo spettacolo offerto dal decanato e interpretato dai bambini e ragazzi di Ottersweier, Caramagna dà l'attacco. E noi tutti dietro.

12 agosto 2005

La festa crucca


Balera sotto il cabaret e tanta birra... Ne usciremo interi? Carla sicuro. Io ehm...

Eis cafè Venezia

Pausa gelato dopo la visita al mulino. Offerto dal prete-interprete. Con i ragazzi tedeschi che ci tengono dietro e con i quali è inevitabile fare amicizia. Torneremo a casa con non sappiamo quanti kg in più visto che non facciamo altro che mangiare.

Uno scoop: forse domani si va a MUNGERE...

Organo

Metti me dentro la camera delle canne di un organo a tre manuali... Beatitudine. Peccato che non fosse momentaneamente alimentato. In compenso ho suonato le campane.

Ottersweier


Questo il nome della cittadina che ci ospita. E noi due siamo in una splendida famiglia. Scusate, ma è troppo tardi per dilungarci.

11 agosto 2005

Le code svizzere

A parte il fatto che all'autogrill un panino con la scusa del franco e del cambio a loro favore arrivi a pagarlo 6 euro... Abbiamo davanti 20 km di coda prima del Gottardo. Viaggio per ora bene (un solo atto medico a seguito di puntura di insetto a una beinaschese "casualmente" incrociata). E la chitarra... SUONAAAA! Noi

10 agosto 2005

Anche io volevo salutare

Intanto vorrei dire che, in barba a tutti i luoghi comuni, io le valigie le ho già finite.

Il problema è cercare di non pensare a tutto quello che avrei ancora voluto far stare in quel buco nero che è diventato il mio borsone: concentrazione di materia al suo interno pari a quella di una nana bianca!
Se volete potete ancora far stare la vostra collezione di aghi per ricamo: due o tre ci dovrebbero stare.

Ma come dico sempre "sono una signora, anche se non si vede!" e quindi le valigie sono comunque un incubo.
Chiamatela sindrome da mamma preoccupata, chiamatela tendenza all'accumulamento compulsivo di generi di vestiario assortiti, chiamatela come cavolo volete ma come si fa a partire per dieci giorni senza chiedersi "E se fa caldo? E se fa freddo? E se tira una leggera brezza da N/NO?"...
Sono cose essenziali, insomma!
E' come ridere in faccia alle variabili del destino!

Va bene la smetto!

Non sono proprio matta, è che l'imitazione mi viene bene...

Il sunto del post?
Ah, quasi me ne dimenticavo.
BUONE VACANZE A TUTTI!
Vi penserò da Colonia perché in mezzo a tutte quelle persone mi sembrerà di volervi ancora più bene.

Carla

E allora... partiamo

Sì. Si parte. Fatti i bagagli (fatti, oddio... parola grossa: il letto è ancora un cumulo di macerie, e se stanotte vorrò andare a dormire le poche ore che separano l'ora abituale dalla sveglia alle 5,15, mi dovrò ingengare a far star tutto nel borsone). Destinazione: Giornata Mondiale della Gioventù. Tra Baden Baden, Düsseldorf, e Colonia. Terrò il blog aggiornato col cellulare, e se avrò modo di incrociare Carla nei nostri spostamenti (..) lo faremo in due. Grazie a tutti gli amici che in questi giorni hanno visitato il nostro blog, han lasciato commenti oppure semplicemente ci hanno detto a voce che cosa ne pensavano. Vi portiamo tutti nel cuore, e vi penseremo. Un abbraccione. Fra

09 agosto 2005

Shock

Ovvero: come scoprire di essere in dolce attesa essendo venuta in ospedale a fare un esame per tutt'altra cosa... La signora ha vacillato. In bocca al lupo da uno di quei giovincelli che ha fatto l'inattesa scoperta grazie alla sua curiosità e alla buona abitudine di allargare un po' l'indagine. F.

08 agosto 2005

Marta e Mattia

Sono nati!! Complimenti a Stefano ed Elena per i due marmocchi. E se la bimba pur più piccina è fin troppo in salute, il maschietto ce l'han portato di corsa a Cuneo a causa di un polmoncino che tribola ad espandersi. E' in terapia intensiva, ma se la caverà in breve tempo. Forza, bello! Ti aspettiamo a Bra!

07 agosto 2005

Troppo presto per morire

E' sempre presto per morire. Ma questa sera, partecipare al rosario per Luca, 18 anni, portato via da una delle tante forme di leucemia, ha confermato che a volte è davvero troppo presto. Questi sono i momenti in cui la fede si mette ad oscillare dal suo punto di equilibrio, al cospetto di una mamma icona vivente dell'Addolorata, di un papà che si è giocato tutte le speranze e tutte le forze fino all'ultimo, di una sorella che non ha più lacrime da versare. Di persona l'ho conosciuto in ospedale quando è arrivato e poi quando è venuto a fare uno dei tanti controlli da noi in radiologia. E poi le chiacchierate con i familiari nei corridoi, le telefonate con Giorgio, le speranze con andamento alternato.

Luca non c'è più. Ora, più che la fiducia di ritrovarlo un giorno, deve essere un'altra la consapevolezza che deve far andare avanti: la certezza che la sua vita continua, e che lui saprà comunque rendersi presente ai suoi cari, nel ricordo, nel quotidiano, e chissà... in qualcuna di quelle piccole cose che capitano e di cui ci si rende conto che non possono esere avvenute per caso. F.

05 agosto 2005

Ma... le coriste sono... tu?


Frase uscitami qualche sera fa ascoltando un demo fatto e mixato da Cristina. Volevo dire: "I cori sono fatti in realtà dalla tua voce registrata più volte e sovrapposta?". Ma mi è uscita la formula breve. Comunque efficace. E un gran bel pezzo di canzone. F.

03 agosto 2005

Mi mangio le mani


Ma pork... Un'occasione persa... Avevo tra le mani la possibilità di ottenere l'affidamento per il 2005-2006 di un insegnamento complementare nell'ambito della Laurea per Tecnico di Radiologia di Cuneo. Un sogno, quello di insegnare all'Università, che se avessi parlato con Meo si sarebbe realizzato già da settembre, senza costi aggiuntivi, anzi, con qualche spicciolo in tasca... Non nascondo che già lo scorso anno, di straforo, ho fatto un po' di lezioni... E a quanto pare un bel po' di ore me le faranno fare lo stesso, perché ci sono dei buchi enormi di ore da riempire. Però essendo di straforo, non posso scriverle nel curriculum. Sarà per l'anno venturo ancora... Spero. F.

02 agosto 2005

Quando ti prende un nodo alla gola

Mi precipito fuori dall'ospedale cercando di non inzupparmi troppo nel diluvio che imperversa su Cuneo City. Faccio i pochi passi che mi separano dalla stazione. Entro nell'atrio. Occhiata al tabellone degli orari. Invece del treno per Sestri, dal binario 1 è annunciata la partenza dell'espresso per Lourdes.

Qualcosa mi ha trascinato giù per lo scalone fino al marciapiede, colmo di persone come non mai. Ai finestrini mille volti sorridenti, sconosciuti eppure così familiari. E' stato un attimo. Il tempo di accorgermi che già (forse da qualche minuto) il segnale di partenza era verde ed ecco che il lungo serpentone si è scrollato e ha preso a muoversi. E' esploso un boato di voci festanti, in uno sventolare di fazzoletti bianchi visti solo in qualche film.

E mentre il treno sfilava via, ho incrociato lo sguardo di un uomo felice, sulla sua carrozzina, vicino alla porta dell'ultimo vagone, con alle spalle un giovane volontario che gli teneva una mano poggiata sulla spalla e guardava lontano.

La coda del convoglio è sfumata lentamente verso il viadotto. E io non ho potuto fare a meno di asciugarmi una lacrima. F.