Mi precipito fuori dall'ospedale cercando di non inzupparmi troppo nel diluvio che imperversa su Cuneo City. Faccio i pochi passi che mi separano dalla stazione. Entro nell'atrio. Occhiata al tabellone degli orari. Invece del treno per Sestri, dal binario 1 è annunciata la partenza dell'espresso per Lourdes.
Qualcosa mi ha trascinato giù per lo scalone fino al marciapiede, colmo di persone come non mai. Ai finestrini mille volti sorridenti, sconosciuti eppure così familiari. E' stato un attimo. Il tempo di accorgermi che già (forse da qualche minuto) il segnale di partenza era verde ed ecco che il lungo serpentone si è scrollato e ha preso a muoversi. E' esploso un boato di voci festanti, in uno sventolare di fazzoletti bianchi visti solo in qualche film.
E mentre il treno sfilava via, ho incrociato lo sguardo di un uomo felice, sulla sua carrozzina, vicino alla porta dell'ultimo vagone, con alle spalle un giovane volontario che gli teneva una mano poggiata sulla spalla e guardava lontano.
La coda del convoglio è sfumata lentamente verso il viadotto. E io non ho potuto fare a meno di asciugarmi una lacrima. F.
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