15 agosto 2005

Permettetemi una (decisa) critica

Una messa così non l'avevo mai vista. Una messa rock, giovane, bella, internazionale, ma incredibilmente sentita. Oggi, aeroporto di Mannheim. Tutti i giovani della diocesi di Friburgo, ospiti e ospitanti, in un arcobaleno di 48 nazioni. Capaci di scatenarsi sull'alleluia di Haendel rifatta in chiave pop e poi tacere in istante. Un Credo rap già sentito nei giorni scorsi a Ottersweier. Il vecchio Lodate Dio divenuto un bolero. E il canto del Magnificat in un canone cantato da diecimila persone. Una festa in onore di Cristo e di Maria.

La critica la faccio a noi, alla nostra pretesa di avere i giovani a messa quando non sappiamo parlare il loro linguaggio. Se la tiriamo avanti col finto gregoriano dei primi anni del postconcilio, avremo sempre più le chiese vuote.

Un giovane va a messa se l'ambiente lo accoglie, se trova risposte ai suoi bisogni e se la sente vicina a lui. Non ditemi che certe lagne se fatte bene sono belle: quando provi a scrollare la polvere dai banchi arrivano le varie Commissioni a "rimettere le cose a posto". Solennità? Pulizia nella liturgia? Se è la Festa del Risorto, facciamo festa con Lui e per Lui come OGGI si fa festa ad un amico. Non cambia la sostanza, ma si rinnova la forma.

"Dare svolte e parole nuove". Stupire, incantare. Tutto va fatto con senso e moderazione. Ma prometto solennemente che tante suggestioni annotate in questi giorni, per me saranno dei via libera incondizionati a sperimentare. F.

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