31 luglio 2005

Le terme

Cotti dal sole, dall'acqua e dal sonno. Pizza (pizza? Sembra di no: hanno il forno "con dei problemi") da Victor e poi subito a nanna. Epilogo di una giornata di finte ferie, in attesa di quelle vere.

Cielo, montagna, boschi verdissimi. Cinciallegre a pelo d'acqua per nulla disturbate da bambini urlanti. Pargoli di pochi mesi con pannolino ermetico (per fortuna...) che presa un po' di confidenza con l'acqua a 37 gradi si ricordano di come stavano nella pancia della mamma e ricominciano a nuotare ridendo felici.

Qualche passo nel verde dopo il mega pranzo con gelato e mirtilli (preceduto da polenta e capriolo e ravioli di formaggio al sugo di noci).

Pisolino all'ombra, messa nella chiesetta e di nuovo a bagno.

Ritorno con i nuovi 9 km dell'inaugurata e per ora inutile A33.

Abbiamo dei posti stupendi a tiro d'auto, eppure è più facile andare in vacanza dove scoppiano le bombe. Avvisiamo gli interessati che ci proponiamo come tour operator di zona. K&F

30 luglio 2005

Giriamo pagina


Il ko tecnico della 500 è stato solo il prologo di una giornata da definire storta... Anche se siamo arrivati vivi alla fine, è stato un mezzo sfacelo.

Nell'ordine: il treno per arrivare al lavoro ha fatto ritardo. La rete dei pc in Pronto Soccorso ko, con Enrico che correva a fare i referti a voce ai colleghi urgentisti. E' svenuta Anna. Il barelliere Andrea sospetta appendicite. La sonda nuova dell'ecografo va già di nuovo cambiata (mi fa senso stringere quotidianamente tra le mani una cosa che vale più di una Fiat Punto).

E per concludere in bellezza, il boiler nuovo nella vigna si è staccato e cadendo ha sfasciato il lavandino e il resto del bagno. E Lucia è dovuta partire in fretta e furia per il complicarsi della situazione in Romania (di cui i media non parlano... ah, i media).

Morale della favola: meno male che oggi è sabato e che la giornata di ieri si è conclusa: stamani mi è sembrato di girare pagina. F.

29 luglio 2005

In mezzo al granturco

La 500 ha detto "Pausa!". E con delicata cocciutaggine è planata su una piazzola in mezzo ai campi e non c'è più stato verso di muoverla. Sono arrivato lo stesso a Cavallermaggiore grazie a un uomo di buon cuore che sentendo papà al telefono con me si è dato disponibile a raccattarmi. E adesso sono in treno verso Cuneo. Cose che capitano l'ultimo venerdì di luglio. F.

Pisquerrimo

Che cosa voglia dire, chiedetelo a Carla. Superlativo assoluto di pisquano, almeno credo... Tutto nasce dalla mia esibizione di un "asperrime", aggettivo col quale volevo indicare quanto fossero acide le more non mature... E dopo una piccola querelle su questa classe di aggettivi alterati irregolari, si è scatenato il delirio allo stato puro.

Per la serie: non prendiamoci mai troppo sul serio. F.

28 luglio 2005

Comici

Risate. Al campo sportivo di Bandito, Enzo Cortese. Già visto a Bra: autore di Zelig, comicità intelligente, ovvero dalle battute di bassa portata a quelle volutamente intellettuali. Questo è un fenomeno. E' dalle nove che la mena, da tenersi la pancia. Con voce e un po' di chitarra. Niente da dire: la comicità "di chi ha studiato" ha una marcia in più. E parla alle folle come alle élite. Tutta la mia stima. F.


27 luglio 2005

Tornare bambini

Tu credi di stare con un medico ventisettenne quasi radiologo...
Credi che possa essere una persona di cui fidarsi ciecamente e credi anche che ormai abbia dimesso gli ormai succinti abiti di tardoadolescente per buttarsi a testa prima nella sua, oh, Misericordia, vita da adulto...

CRASH!

Una certezza in frantumi...

Dagli una chitarra, mettilo in mezzo ad una mandria (o potrei dire gregge, forse) di adolescenti veri, di quelli che hanno ancora tutto il diritto di esserlo, ed ecco che come un Power Ranger si trasforma e retrocede improvvisamente anche lui ai 13 anni.





La parola giusta credo effettivamente possa essere "rincoglionisce", e scusate l'improvvisa coloritura.

Non che la cosa mi disturbi, sul momento, il fatto è che la cosa ha un andamento ad onda quadra in ascesa ma si trasforma in una gaussiana in decrescenza...in pratica ci vuole qualche tempo per apprezzare che il buon vecchio fidanzato abbia di fatto ripreso possesso di tutte le sue normali facoltà mentali.

Ma d'altro canto se tutti i gusti fossero alla menta l'amarena prenderebbe la muffa e quindi...
Teniamoci il moroso così com'è che alla fine, forse, è proprio per certi atteggiamenti non proprio compassati che l'abbiamo tirato su dal mucchio!

Buonanotte.

C.

26 luglio 2005

Personaggi

Chi sono le persone che compaiono nella colonna qui accanto, tra i nostri link? E' uno spazio che dedichiamo ad amici vicini o lontani che nei recessi della rete hanno celato delle pagine che parlano di loro stessi. Non stupitevi se curiosando avrete delle sorprese. Ricordate che sovente, dietro la bizzarria o l'apparente eccesso, si incontrano persone speciali. Basta avere il coraggio di guardare dentro.

E allora benvenuta a Babby, pirotecnica alchimista stregata dalle ciliegie cuneesi, e benvenuto a Mheta, giovane innamorato della sua vita e desideroso di riappropriarsene.

Con l'augurio che la famiglia si allarghi al più presto.

F.

Quando sembra di avere una certezza in più.

Shhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh!

Non ditelo a nessuno ma sembra proprio che il mio contratto di lavoro sarà prolungato fino al 31 dicembre 2006!

Il titolo del post tradisce un condizionale che vorrei spiegare meglio.

"Sembra" di avere una certezza maggiore?

Sì, sembra.

Come ho già evidenziato il fattore economico occupa per lo più un posto di coda nelle mie priorità, anche perché credo di essere una persona con pochissime pretese e pochi bisogni.

Sopravvivo con un paio di ricariche annuali del cellulare, mi vesto per la maggior parte dei casi al mercato, il sabato sera, se mi impegno di brutto, riesco a spendere al massimo 10 euri, a cena fuori mi porta il moroso, perché se lo invito io si mangia da me quello che piace a lui visto che come cuoco ci so fare...

Vi ho convinto?

Dunque il fatto di avere un contratto a scadenza di un po' più di un anno mi tranquillizza, ma soprattutto sotto il profilo di quello che gli altri pensano. Che di per sé non è che me ne importi più di tanto...ma è quello stress di sentirsi ripetere mille volte al giorno le stesse frasi, inutili, su quello che sarebbe o non sarebbe utile fare per migliorare la mia posizione.

Che palle!

Ma lo saprò ben a 25 anni suonati cosa mi piace e cosa voglio dalla mia cosiddetta vita, o no?!

Dunque tranquillità a tranci, Signori, è il menù di oggi...!

E ultimamente dalla Vita non posso volere proprio niente di più, nemmeno il consueto Lucano.

Ossequi.

Mio... Mio. Mio? Mio!? Mio!!!

Ebbene sì, ce l'ho fatta: ho visto Nemo. Alla buon'ora, direte voi. Scusate, me l'ero perso. Confermo quanto dettomi da chi già l'aveva guardato in sala o in altra sede: spettacolare.

E il titolo di questo post è in onore dei gabbiani, resi dagli animatori molto vicini allo Stormo Buon Appetito di memoria Jonathan Livingstoniana. Voraci e idioti.



Uh, ma che bella allegoria... Risparmio le congetture dell'ora tarda, ma credo che ognuno può lasciarsi trascinare dalla metafora e dipingere "con gli occhi della mente" qualche viso o categoria noti. F.

Piccole felicità gratuite.

E' notte.

Domani si lavora di brutto.

Ma io penso.

A quello che tutti i giorni capita.

Alle storie che si intrecciano, alle persone che si incontrano e volenti o no si scambiano storie e fanno parte anche solo per un secondo di vite altrui, in un gigantesco algoritmo dove miliardi di variabili cambiano continuamente il risultato del problema.

In mezzo a questo tutto brillano piccoli fiori nel deserto, coccole di rugiada, felicità di cotone colorato.

Svegliarsi per tempo e fare colazione con lentezza, andare al lavoro in bici respirando l'aria della mattina che, per fortuna, dalle mie parti sa ancora di caffè e brioche e di fieno tagliato, salutare con un sorriso un vecchio amico che non vedi da tempo, affacciarti alla finestra, il cielo coperto, l'aria della sera, il fresco, un altro giorno che si spegne per lasciare posto alla luce di domani dopo una doccia profumata di te verde e mandarino.

Perché cerchi la felicità quando ti basta essere felice per trovarla?

Buonanotte e scusate se è poco.

24 luglio 2005

Quella cosa che chiamano lavoro

Dopo due mesi di contratto di prova sono stata quasi ufficialmente assunta come commessa-magazziniera dei Magazzini Montello-Parco commerciale Atlante-Roreto di Cherasco. Questo significa un tot di sicurezze più o meno economiche in più e un altro tot di stress da disoccupazione in meno.

Però dato che il cervello ce l'ho lì e pare brutto lasciarlo solo ad ammuffire mi sono trovata a pensare:"ma tu non dovevi fare il chimico?"
Cioè... c'hai anche una laurea in merito, mica bubbole...

Ecco.

E invece mi sono risposta che come in molti altri casi aveva ragione la mia mamma che mi ha sempre ripetuto, da terza media in poi "Studia! Che poi quando hai un pezzo di carta in mano quello ha valore sempre e se a quel punto ti va anche di fare la spazzina o la parrucchiera (con tutto il rispetto possibile e immaginabile per entrambe le classi lavorative) puoi anche farlo ma con beneficio di scelta".

In effetti in quasi 9 mesi di tempo da che mi sono laureata di lavori ne ho fatti alcuni e nessuno ha mai centrato un cavolfiore con ciò che mi sono consumata a studiare. Ma tant'è.

Volete sapere l'ultima?

Io in un negozio, con un miliardo di gente intorno, settemila richieste da esaudire e altrettante domande a cui rispondere ci sto proprio bene! Ma così bene che me ne frego fin un po' degli anni spesi per la laurea che mi ha insegnato a calcolare la geometria di una molecola e a sapere in che modo si esterifica un alcol. Insomma quelle cose me le ricorderò per sempre, e se me le dimenticherò avrò comunque per sempre i mezzi per poter riprendere in mano i miei libri e appunti e andare a ripescare come si comporta la tal sostanza in ambiente acido tamponato a pH 3 se ci metto insieme chissà cos'altro. Questo credo che sia il vero scopo della cultura: arrivare ad un punto in cui se una cosa ti interessa te la vai a cercare e te la studi per conto tuo. Punto e basta.Per l'incommensurabile piacere di saperlo.

Quindi che non mi vengano a sfondare le tasche con tre milioni di cretinate sul fatto che sono sprecata e che non mi devo far venire l'esaurimento nervoso aspettando o cercando la grande occasione...

SIGNORE E SIGNORI...IO SONO SODDISFATTA COSI'!

Il lavoro che faccio per gran sfiga mi piace e credo che a nessun altro debba interessare la mia personale realizzazione oltre che alla sottoscritta.

E poi vorrei comunque sottolineare che si lavora per vivere e non si vive per lavorare...

E per Grazia Divina la mia Vita è lontana alcuni anni luce dal mio beneamato lavoro.

Tutti radiologi??


Radio studenti di medicina dice che è stata una folgorazione. Sembra che improvvisamente tanta gente che aveva tutt'altri pensieri per la testa abbia deciso di seguire le orme di Roentgen e darsi alla nobile arte di guardare dentro alle persone...

Benvenuti, ne abbiamo bisogno. Ma okkio. Se lo fate solo perché c'è effettivamente lavoro e non per passione, rimarrete presto delusi. Il nostro è un mestiere tremendamente tecnico, a servizio di altre figure, nell'ombra e soprattutto misconosciuto ai più. Una prova? Chiedete a chiunque cosa faccia nel suo mestiere un radiologo. Sentirete le risposte più varie. Da "è quello che guarda le lastre" (meno male che le guardiamo...) a "è quello che accompagna i malati a fare i raggi" (una volta si chiamavano barellieri) a frasi del tipo "Lei è un radiologo, io voglio parlare con un medico!" (con buona pace della laurea e di tutti i patimenti).

Carissimi tutti, siamo una popolazione strana, nell'ambito della stessa popolazione strana che è quella medica. Ebbene, il nostro è un lavoro particolare, che sta a contatto col paziente oppure che il paziente non lo vede proprio. Che dà buone notizie ma che dà anche pessime notizie. Che può diventare una routine oppure che si aggiorna di mese in mese con importanti e spesso radicali novità.

Se volete giocare con rx, ultrasuoni o campi magnetici, valutate bene. Il gioco vale la candela, sicuramente, con alcune importanti limitazioni e caratteristiche. F.

23 luglio 2005

A volte ci scappa il morto

Salutata Carla, ieri sera, rientravo verso casa. Nei giardini della stazione, grande sfavillio di luci blu, una pozza enorme di sangue sull'asfalto, nastri segnaletici tirati ovunque e gente visibilmente sconvolta. Oggi Gianfranco Bianco al Tg Piemonte racconta che ieri sera a Bra sono addirittura volate le pallottole. Tre giovani in rissa. Un coltello ha tranciato un'arteria femorale e uno dei tre ci è rimasto.

Cronache che la tivù ci passa tutti i giorni, ma vedere certe scene sotto casa garantisco che fa un certo effetto.

Ma dico io: perché??

E se qualcuno prova a dirmi "finché s'ammazzano fra di loro va bene.. si fanno fuori e puliscono la città...", sappia che con una frase del genere potrei buttarlo fuori a calci e senza troppi ripensamenti da un bel po' di posti dove tentiamo di ragionare in maniera esattamente opposta. A me non interessa di chi fosse la colpa, chi avesse cominciato, perché si trovasse in quel luogo. E a ben vedere me ne frega relativamente poco di considerazioni come "se la sono voluta" oppure "un italiano per cose del genere ha grane a non finire, un albanese la fa franca".

Un ragazzo di venti e qualche anno ha finito la sua vita dissanguato. E' questo il punto. Cerchiamo in tutti i modi di far pagare il colpevole, ma cerchiamo di costruire una cultura dove la smettiamo di ucciderci uno con l'altro. Perché non c'è ergastolo che ci restituisca una giovane vita. Né tanto meno una sedia elettrica. Bisogna agire a monte.

Pian del Re

Doh...

Scopro adesso che il mio amico Winston Smith, conosciuto sul forum di WindWorld, passerà il fine settimana in quei di Pian del Re, luogo che anche lui frequenta con affetto e dove ci siamo dati appuntamento alla prima occasione utile. Solo che le coincidenze han fatto sì che non ce lo siamo comunicati in tempo.

Peccato: poteva essere l'occasione buona per andare su e incontrarci. Due piccioni con una fava, visto che alle casermette c'è don Enzo con i suoi di Torino, avrei preso anche lui.

Sarà per la prossima volta. Intanto, qui sotto, un'immagine mistica: la sorgente del Po vista da monte...


21 luglio 2005

Panchina

Giusto un filo di vento in questa estate che, nei rari momenti in cui ci vediamo, ci offre solo passeggiate cittadine. Complici il lavoro e "gli impegni del moroso". Ai primi di agosto, si volta pagina. Forse.

Per intanto, accontentiamoci di osservare il camion carico di tre rotoballe di paglia fermo al semaforo.

E poi ci siamo noi, consci che il tempo dei tre mesi di soli compiti delle vacanze (= non fare un tubo) è irrimediabilmente passato, e che quest'estate sta scivolando via tra scatoloni ed ecografie.

La luna stasera è un giallo paiolo di polenta quasi pieno. La natura non si ferma. Neanche noi. Però, ecco... Magari un po' di nanna a quest'ora ci sta anche bene. Andiamo? Andiamo...

Mondo

Io dello straniero proprio non riesco ad avere paura. Scusatemi, è più forte di me. Ho conosciuto persone splendide, ho conosciuto mezzi avanzi digalera. Come del resto è per i civilissimi italiani.

Dietro ciascuno c'è una storia, da scoprire. E se qualcuno si sobbarca migliaia di chilometri prima di intrecciare casualmente la sua pista con la nostra, ebbene, il più delle volte non lo ha fatto di sicuro per piacere, ma è stato spinto da una necessità che ci vien difficile valutare a prima
vista.

Non tollero l'illegalità, questa no, sia essa da quattro soldi, siano miliardi finanziari. Sia che provenga dalla ripeto civilissima Italia, siache sia di importazione.

Ma se ho avuto occasione di mangiare uno splendido Gulash cucinato da Petra, se Yannick ci stupiva con le sue crepes antillesi, se i minestroni delle tedesche non mi sono risultati più di tanto ostici, se ho scoperto le bananefritte di Magaly, se Lucia arriva con qualche leccornìa dell'Est...

... se ho ballato con in congolesi, se ho cantato con i francesi, se le spagnole non arrivavano in residenza prima delle 22...

... se quel tè verde bevuto al polifunzionale era così buono...

... insomma...

Le differenze sono ricchezza. E come abbiamo detto chiaro e tondo qualche giorno fa, ci dobbiamo stampare nel cranio una cosa per tutte: tante lingue, tanti colori, tante tradizioni ma una sola razza, quella umana. E scusate se è poco.

F.

20 luglio 2005

Un criceto poco magro.

Si chiama Minù ed è il mio unico animale domestico.

E' una cricetina russa che abita con me e vive nella mia stanza dal 12 marzo di quest'anno.

Me l'ha regalata il mio moroso per il compleanno.

Inspiegabilmente invece di crescere è solo ingrassata e adesso, quando si siede in qualche angolo della gabbietta per fare le pulizie o semplicemente guardare con i suoi occhietti cosa combino, sembra il piccolo Buddha.

Le sue zampine rosa fanno cucù dalla pelliccia e, contrariamente a quanto si potrebbe immaginare, tutta questa pelliccia superflua non fa che aumentare la già inarrivabile carineria di questo batuffolo che aspetta con ansia le 8 meno un quarto della sera perché io torni da lavorare e cambi l'acqua al suo abbeveratoio giusto per saltarci dentro con tutte le zampe e il suo culetto e farsi un sacrosanto bagnetto fresco...come proibirglielo d'altronde...col caldo che fa!

19 luglio 2005

500

Tettuccio aperto, doppiette e via. La mia furiosa macchinetta continua a comportarsi come una grande signora e a fare e suoi 20 km con un litro, cosa che in questi tempi di caro-benza è tutt'altro che male.

In attesa che Carla esca dal lavoro. Ah... i bei tempi in cui i ritmi erano quelli universitari. Adesso per incrociarsi bisogna essere un po' rocamboleschi...

E per ogni qualcuno che parte...

...c'è sempre qualcuno che resta!

Mi ci vedete?

A casa, vicino al caminetto, sulla sedia dondolo, che rammendo calzini mentre lui è in montagna, che si diverte con i ragazzini delle medie e, soprattutto, COME i ragazzini delle medie!

Vi dirò, non è che non mi manchi eh, ci mancherebbe...

Ma c'è qualcos'altro, qualcosa di più sottile e meraviglioso, quella cosa che anche se lui è distante millemila kilometri fa si che a me in fondo non me ne freghi proprio niente!

Ah, l'Amore... =)

Vabbè, non travisiamo!

Però un microgrammo di soddisfazione dovete pure lasciarmela: stiamo insieme da quasi quattro anni (oh ma...ma mo, eh!) eppure riusciamo ancora ad avere due vite insondabilmente indipendenti!

Il che effettivamente riuscirebbe un po' un controsenso alla vita di coppia.

Ci importa così tanto l'uno dell'altra che anche solo pensare di limitarci reciprocamente in una qualsiasi delle nostre attività è pura fantascienza!

Credo sia questo il nostro segreto: ma mi raccomando, non ditelo a nessuno! =)

Buonanotte.

17 luglio 2005

Casa

Cotto. Distrutto. Mille e più chilometri in una settimana di spostamenti su e giù per le valli. Ne è valsa la pena?

Sì, ne sono convinto. Chilometri spesi bene, visto che alla fine ho potuto continuare a tessere le mie relazioni in tanti posti differenti.

I ragazzi: impagabili. Pur nei loro casini e nelle sventatezze.

Adolescenti che promettono bene: adesso bisogna prenderli per mano e camminare insieme.

Un dato di fatto: hanno LA META' dei miei anni. Sono anziano, c'è poco da fare.

12 luglio 2005

Montagna

Arrivato sui monti. La stanza dei più disperati è la mia, ma nonostante tutto dormono. Nanna anche io, più o meno all'ora solita. Sono disperati ma buoni. Tutti. E penso che con la giusta complicità, anche dei più casinari faremo cose grandi.

Non è con l'autorità, ma con l'autorevolezza che li conquisti. E han solo bisogno di qualcuno che li prenda per mano.

10 luglio 2005

Mare

Sugli scogli di un paesino ligure. Solo. Prologo di una settimana lontani. Forse ci siamo abituati, ma effettivamente negli ultimi tempi non era più successo. Sopravviveremo.

Solo, dicevo, su uno scoglio. Potenza tecnologica, scrivo sul blog.

Che bella cittadina Albissola (Marina, da non confondere con la dirimpettaia Albisola, Superiore e con una S sola, e qualcuno mi spiegherà un giorno il perché), paesello delle ceramiche. Non posso dire di essere qui in gita di piacere, ma non potevo perdere l'occasione di ascoltare le onde nel buio (erano anni, forse persino 10 che l'esperienza mi mancava).

Alle narici il profumo di scoglio. Davanti agli occhi, nel buio rischiarato dal lampione del molo, l'immagine incerta e pittoresca di un gagno che impara dal nonno a pescare con la lenza. Lampi all'orizzonte.

Il mare. Per me un sogno che - non capisco perché - rimane proibito. Ho provato oggi un po' di invidia per le torme di adolescenti che sciamano spensierate sulla passeggiata. Non ho mai avuto gli "amici del mare", l'esperienza della vacanza lunga sotto il sole.

Ma al tempo stesso invidio i colleghi che dal posto di lavoro vedono partire le navi dal porto. Certo che, pensare a fine specialità di mollare tutti e spostarci in Liguria sarebbe una scelta troppo difficile per essere sul serio realizzabile.

Sospiro (parola che sul T9 ha la stessa digitazione di sorriso: un caso?) e mi godo questo momento di sublime requie.

Su per i monti sei vicino all'infinito. Qui però di sembra di vederlo. E il vento che sfiora le braccia scoperte regala un impagabile senso di libertà.

Per chi dice che questo mondo fa ribrezzo: venite quaggiù e vi dimostrerò che non è così.

Passo e chiudo.

Fra

02 luglio 2005

Si parte...

L'avventura di aprire un blog...
E l'avventura di aprirlo a quattro mani.
Ci proviamo.
In due.
Responsabili a vicenda di quello che scriveremo,
e che vogliamo condividere con chi ci vuole bene.
Tutto potrà capitare.
Ma nulla capiterà mai per caso.
Ne siamo certi.
K&F