21 luglio 2005

Mondo

Io dello straniero proprio non riesco ad avere paura. Scusatemi, è più forte di me. Ho conosciuto persone splendide, ho conosciuto mezzi avanzi digalera. Come del resto è per i civilissimi italiani.

Dietro ciascuno c'è una storia, da scoprire. E se qualcuno si sobbarca migliaia di chilometri prima di intrecciare casualmente la sua pista con la nostra, ebbene, il più delle volte non lo ha fatto di sicuro per piacere, ma è stato spinto da una necessità che ci vien difficile valutare a prima
vista.

Non tollero l'illegalità, questa no, sia essa da quattro soldi, siano miliardi finanziari. Sia che provenga dalla ripeto civilissima Italia, siache sia di importazione.

Ma se ho avuto occasione di mangiare uno splendido Gulash cucinato da Petra, se Yannick ci stupiva con le sue crepes antillesi, se i minestroni delle tedesche non mi sono risultati più di tanto ostici, se ho scoperto le bananefritte di Magaly, se Lucia arriva con qualche leccornìa dell'Est...

... se ho ballato con in congolesi, se ho cantato con i francesi, se le spagnole non arrivavano in residenza prima delle 22...

... se quel tè verde bevuto al polifunzionale era così buono...

... insomma...

Le differenze sono ricchezza. E come abbiamo detto chiaro e tondo qualche giorno fa, ci dobbiamo stampare nel cranio una cosa per tutte: tante lingue, tanti colori, tante tradizioni ma una sola razza, quella umana. E scusate se è poco.

F.

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