30 gennaio 2008

Ipsi dixerunt (4)


- La mia creatinina è un po' cretina
[complimenti signorina per il gioco di parole...]

- Mi può dire una cosa, lei che è del mestiere? Ma le lastre, come di demoliscono?
[credo ci vogliano martello pneumatico e fiamma ossidrica; e i residui si sciolgono nell'acido solforico]

- Quando prendo il mal di pancia, mi prende il mal di schiena
[fronte e retro in un unico passaggio]

28 gennaio 2008

Ipsi dixerunt (3)


- Dottoressa, faccio questo esame perché non mi si alza più. Né con mia moglie, né con le altre signorine
[punizione divina?]

- L'anno scorso ho avuto l'ernia RETTALE
[iatale, aridàgli...]

-Dottore, lei è troppo gentile e mi tratta troppo bene. Allora vuol dire che sto per morire.
[signora, faccia lei...]

26 gennaio 2008

Ipsi dixerunt (2)


- Ho avuto quell'ernia piccola... l'ernia LETALE
[iatale, e non è detto che sia piccola...]

- Sa dottore, com'è che si dice... ho molte secrezioni, voglio dire, sono secca
[a me sembra una contraddizione, non so a voi...]

- Ho una colica, e voglio vedere se si è ingrandita
[la colica?? forse intendeva un calcolo...]

24 gennaio 2008

Un pensiero per Filippo

Dedico un pensiero particolare al diciannovenne cuneese morto la scorsa notte dopo essere stato ferito alla gola con una bottigliata. Oggi nel capoluogo le "voci" che giravano su lui e sull'avvenimento erano le più varie, e forse le meno rispettose. La gente "dica" quello che vuole. Io penso solo che lui non c'è più. Che aveva dieci anni meno di me. Che non si può morire a quell'età per una lite a notte fonda. E che per tutto oggi, mentre refertavo, non ho potuto fare a meno di pensare alla sua triste storia. F.

23 gennaio 2008

Ipsi dixerunt (1)


- Dottore, ho avuto una malattia terribile. Il KILLER BATTER allo stomaco.
[Helicobacter...]

- Ho cominciato ad avere problemi di prostata da quando sono andato in menopausa...
[no comment]

17 gennaio 2008

Io, sportivo?

Elettrocardiogramma di rito per le visite aziendali. Lettino, elettrodi, chiuda gli occhi e si rilassi. Perfetto, finito. Uh, che bel tracciato, si vede che lei è uno sportivo... Io? Mah... Indagherò sulla genesi di questa insolita bradicardia sinusale. F.

13 gennaio 2008

Dedicato a...


... a chi si sente in diritto di entrare nella vita più intima di chi gli è sottoposto

... a chi continua a gonfiare una mongolfiera che un giorno sfuggirà al controllo

... a chi non solo non sa voler bene agli altri, ma nemmeno a sé stesso

... a chi pretendere di conoscere quello che non deve conoscere

... a chi invece di dire grazie liquida con l'asettico "non dovevi..."

... a chi sa chiedere scusa solo se qualcuno lo obbliga

... a chi applica etichette alle persone come codici a barre su un prodotto in vendita

... a chi pretende di essere ascoltato quando parla ma non sa ascoltare

... a chi, quando parla, o si scrive le cose o le grida, senza conoscere la spontaneità

... a chi non accetta che nel mondo ci sia qualcuno che ne sa di più

... a chi non accetta che nel mondo ci siano persone più ben volute

... a chi trova più facile firmare un assegno che scrivere un biglietto di auguri

... a chi riesce a trasformare un evento stupendo nell'ennesima occasione di sofferenza

... a chi si fida delle serpi che alleva in seno e bastona chi fa il suo dovere

... a chi è profondamente solo, schiacciato dalle responsabilità, con sempre più vuoto intorno a sé

... a chi confonde la chiarezza con il proprio punto di vista

... a chi alza barriere intorno alla sua torre d'avorio

... a chi antepone gli interessi e il mestiere agli affetti e alla famiglia

... a chi non ha tempo di godere delle cose che ha

... a chi non conosce la gioia di condividere le cose che ha

... a chi disconosce le persone più vicine

... a chi pretende solo lodi e commenti positivi


F.

05 gennaio 2008

Novità

Cena di addio a Titti che domenica sera smette di fare la commessa e lunedì mattina attacca a fare la maestra. Prima o poi certi treni passano. Questa è la prima novità del 2008. Ma a quanto pare non è l'unica...

04 gennaio 2008

Tetris

Ancora da Youtube: una versione del popolare giochino decisamente alternativa...

03 gennaio 2008

On verra quand on aura trente ans si on est d'venus des grands hommes

Era la quinta ginnasio. La prof. di Francese per un intero anno ci insegnò a parlare la lingua d'Oltralpe solo giocando con teatro, musica, vita di tutti i giorni. C'era una canzone che era stata il filo conduttore da ottobre a giugno. Oggi l'ho ritrovata su youtube. Mi ha fatto riflettere. Tanto. Sul tempo che passa, sul giro di boa dei trent'anni sempre più prossimo, su quante cose sono capitate negli ultimi mesi, su come qualcuno del tempo che fu abbia davvero fatto tanta strada, su come dei personaggi citati dalla canzone c'è un "Marcò" in cui allora avrei voluto identificarmi e nel quale, a tutt'oggi, direi tutto sommato di riconoscermi...

Dieci anni fa volevamo cambiare il mondo, forse. Sono passati dieci anni (anzi, quindici, per la verità... brrrr): qualcuno una sera mi ha detto che in realtà il mondo ha cambiato noi. Non è vero. Non è così. Siamo cresciuti, maturati, ci siamo misurati con l'università e il lavoro, ma anche con l'amore, le passioni, le delusioni, i successi, gli affetti, le vittorie, le cadute rovinose, la morte, la vita che nasce, le ansie del domani, i rimpianti del passato, i brividi delle amicizie che passano e la forza di quelle che restano, gli scandali del mondo e gli scrupoli di coscienza. Oggi qualcuno di noi accompagna dignitosamente le persone fino agli estremi confini dell'esistenza, qualcuno ha fatto perdere le proprie tracce, qualcuno è perennemente accanto a chi è in difficoltà, qualcuno vende abbigliamento, qualcuno calca le scene teatrali o cinematografiche, qualcuno muove capitali, qualcuno fa tradurre versioni, qualcuno è infermiere, qualcuno ha fatto fortuna, qualcuno manda avanti la casa, qualcuno ascolta i problemi degli altri, qualcuno ha fatto mille cose e continua a cambiare ogni giorno le sue prospettive, qualcuno scrive, qualcuno suona di qua e di là dall'oceano (anche in missione), qualcuno finge di essere quello che non è, qualcuno vende fiori, qualcuno reclama i diritti dei più deboli, qualcuno spinge una carrozzina, qualcuno rincorre un pallone, qualcuno rimette in piedi i fratturati, qualcuno fa correre treni, qualcuno parla le lingue, qualcuno guarda dentro agli altri, qualcuno crea nuove molecole, qualcuno spacca l'atomo, qualcuno indaga sui numeri primi, qualcuno ha saputo coniugare l'elettronica alla musica e alle belle lettere, qualcuno siede sulla poltrona del regista, qualcuno promuove lo sport...

Qualcuno non si è mai mosso dalla famiglia. Qualcuno invece è andato subito a vivere per conto proprio. Qualcuno ha lasciato l'Italia per sei mesi e a rate. Qualcuno è partito ormai da anni. Qualcuno è solo. Qualcuno ha una compagnia storica. Qualcuno la compagnia storica l'ha persa da poco. Qualcuno ha trovato per strada la metà della propria vita. Qualcuno si è scoperto diverso. Qualcuno è sempre stato freddino. Qualcuno ha sempre bruciato di passione. Qualcuno ha provato di tutto. Qualcuno rimpiange di non aver provato di tutto. Qualcuno ha smesso di fumare. Qualcuno ha cominciato a fumare. Qualcuno fuma da sempre. Qualcuno non ha mai fumato e mai fumerà. Qualcuno non beveva e adesso beve. Qualcuno si incanta ancora a guardare i fiocchi di neve che cadono. Qualcuno ha trovato un senso alla propria vita. Qualcuno l'ha perso.

Ma siamo sempre noi. E in un certo qual modo, il veglione di Capodanno lo ha confermato (anche se era impensabile fino a qualche tempo fa che intorno alla tavola si parlasse più inglese che italiano, ma va bene così). Il mondo è ancora nostro, bambinoni o no. La nostra adolescenza eterna si sta pian piano mutando in una consapevole maturità.

Zio Fra




Patrick Bruel
Place des Grands Hommes

On s'était dit rendez-vous dans dix ans
Même jour, même heure, mêmes pommes
On verra quand on aura trente ans
Sur les marches de la place des Grands Hommes

Le jour est venu et moi aussi
Mais j'veux pas être le premier.
Si on avait plus rien à s'dire et si et si...
J'fais des détours dans l'quartier.
C'est fou comme un crépuscule de printemps.
Rappelle le même crépuscule qu'y a dix ans,
Trottoirs usés par les regards baissés.
Qu'est-ce que j'ai fait d'ces années ?
J'ai pas flotté tranquille sur l'eau,
J'ai pas nagé le vent dans l'dos.
Dernière ligne droite, la rue Soufflot,
Combien s'ront là... 4, 3, 2, 1... 0 ?

{Refrain}

J'avais eu si souvent envie d'elle.
La belle Sév'rine me r'gardera-t-elle ?
Eric voulait explorer le subconscient.
Remonte-t-il à la surface de temps en temps ?
J'ai un peu peur de traverser l'miroir.
Si j'y allais pas... J'me s'rais trompé d'un soir.
D'vant une vitrine d'antiquités,
J'imagine les retrouvailles de l'amitié.
"T'as pas changé, qu'est-ce que tu d'viens ?
Tu t'es mariée, t'as trois gamins.
T'as réussi, tu fais médecin ?
Et toi Pascale, tu t'marres toujours pour rien ?"

{Refrain}

J'ai connu des marées hautes et des marées basses,
Comme vous, comme vous, comme vous.
J'ai rencontré des tempêtes et des bourrasques,
Comme vous, comme vous, comme vous.
Chaque amour morte à une nouvelle a fait place,
Et vous, et vous... et vous ?
Et toi Marco qui ambitionnait simplement d'être heureux dans la vie,
As-tu réussi ton pari ?
Et toi François, et toi Laurence, et toi Marion,
Et toi Gégé... et toi Bruno, et toi Evelyne ?

{Refrain}

Et bien c'est formidable les copains !
On s'est tout dit, on s'sert la main !
On ne peut pas mettre dix ans sur table
Comme on étale ses lettres au Scrabble.
Dans la vitrine je vois l'reflet
D'une lycéenne derrière moi.
Si elle part à gauche, je la suivrai.
Si c'est à droite... Attendez-moi !
Attendez-moi ! Attendez-moi ! Attendez-moi !

On s'était dit rendez-vous dans dix ans,
Même jour, même heure, mêmes pommes.
On verra quand on aura trente ans
Si on est d'venus des grands hommes...
Des grands hommes... des grands hommes...

Tiens, si on s'donnait rendez-vous dans dix ans... ?