Stanotte all'ora beata ero parcheggiato al casello autostradale occidentale del capoluogo mandrogno. Cosa ci facevo? Ero in chiacchiere con una persona. Chi mai avrebbe potuto immaginare ieri mattina che in serata avremmo cenato con il nostro carissimo Carlo e che poi nel cuore della notte il vecchio Fra si sarebbe messo in strada per riportarlo a Pontecurone, o almeno lì nei pressi? A volte i risvolti del vivere sono misteriosi. Non chiamateli coincidenze. Fatto sta che verso mezzodì Carletto scopre che per arrivare a Sommariva Bosco dove avrebbe suonato nel pomeriggio passa da Bra. Alza il telefono e ci chiama, nel pieno del ritiro. E guardacaso siamo a Sommariva pure noi. Finisce il ritiro e lo becchiamo in piazza. Baci e abbracci delle migliori occasioni. Peccato essere noi a piedi e lui in macchina con altri, se no sai la serata che avremmo combinato... E' bastato un attimo. Sarò vecchio, ma non abbastanza da farle certe pazzie quando servono. Grazie al papi buon samaritano la Opel arriva a Sommariva. Ci carichiamo un paio di casse che devono necessariamente andare al suo seguito (la tastiera prenderà altre via). Et voilà. Pizza insieme al Victor, tante e tante parole di quelle corpose. E poi via lungo le basse del Tanaro. La strada è volata (ci va ben meno di un'ora). E così ce la siamo contata fin che si è potuto. Con una conferma: a volte ci vuole quel po' di coraggio e le cose impensabili diventano concrete.
08 maggio 2006
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