Gli hanno dato il Leone d'oro a Venezia, tre Oscar e un po' di Golden Globe? Hanno fatto bene. Tutto sto clamore e ste polemiche per un film che a mio avviso è tra i più belli visti negli ultimi tempi. Esco subito dalla querelle sulla tematica omosessuale, cercando nelle immagini (lente, descrittive e di ampio respiro) il racconto anche drammatico di sentimenti vibranti e laceranti sofferenze. Ce n'è davvero per tutti, e a parte poche figure di contorno ogni personaggio si trascina dietro un corteo di emozioni dipinte con maestria. Anzi: ho come la sensazione che qua e là siano stati operati tagli per contenere il film nelle due ore, e che almeno la figlia maggiore di Ellis ed i genitori di Jack potessero essere ancora ampliati nei loro caratteri. Tutto il blabla sulla moralità dei contenuti è secondo me carta straccia: ai ragazzi delle superiori lo farei sicuramente vedere in oratorio. Per riflettere su come a volte rinunciare a una scelta radicale possa segnare irrimediabilmente una vita intera. O anche più di una.
19 luglio 2006
I segreti di Brokeback Mountain
Pubblicato da K&F alle 01:16
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