In zona Cesarini, anche io ho potuto assaporare lo "spirito olimpico". Poche intense ore, grazie all'ospitalità concessa da Paolo. E confermo quanto detto e scritto da più parti in questi giorni: una città rimessa a nuovo, accogliente, sorridente. Per le strade tante persone in un clima festoso, di ogni lingua e provenienza. Un viavai continuo di mezzi pubblici, pieni ma mai troppo affollati. E poi luci, colori, suoni, bandiere, ritmi. Tutto nonostante una battente pioggia. Cena crucca a Casa Turingia, chilometri a piedi lungo il Po, grandi vasche per il centro, tante parole leggere e profonde. Sono quelle cose che sento mie nel profondo: la convivialità e la gente in movimento: anche se costano un po' di fatica, comunque questa viene premiata.
Domani tutto si chiuderà: è stata una festa per Torino a lungo studiata e preparata. Ero del partito degli scettici sulla riuscita, e or come ora un po' mi dispiace di non aver osato addentrarmici di più. Mi resta la scusante di alcuni impedimenti logistici che in qualsiasi modo avrebbero posto corposi limiti. Ho concentrato tutto in due rapide puntate. In fondo mi può bastare: potrò dire "io c'ero" anche se (come mio solito) un po' defilato. Ho scattato quelle quattro foto "mie" che mi porterò dietro come ricordo, ho potuto guardarmi attorno e considerare come forse la bellezza di certi eventi sta proprio nel fatto che transitano veloci. Quello che conta è che il loro passaggio lasci una scia.
Nessun commento:
Posta un commento