Ecco. Anche l'ultimo giorno di lavoro dell'anno funestato da ritardi ferroviari. L'augurio per il 2006 ai dirigenti di Trenitalia?
Prima o poi passeranno anche loro in ospedale. No, non auguro il male a nessuno. Ma quando saranno lì, per motivi loro elargiti dal destino, ad attendere un esame o di parlare con un medico, ecco, mi auguro proprio che debbano fare coda, aspettare, magari con la vescica che scoppia, un dente che fa male, una colica da cavallo o semplicemente un impegno urgente e fondamentale subito dopo. Eccoli lì, guardali, questa volta tocca a loro, impotenti, con la rabbia che sale e l'impeto di alzare la voce. E che prendano anche tutti i moduli di reclamo, che scrivano, magari riempiendo le frasi di "lei non sa chi sono io". E che per tutta risposta il personale sanitario continui a prendersela con maggiore calma, e che le loro lamentele rimbalzino contro muri di gomma. Poi che vengano assistiti, certo: c'è una deontologia medica a cui tener fede; e questo fa la differenza fra chi fa il suo mestiere con un'etica e chi scalda solo poltrone da migliaia di euro ed è capace solo di dire "stiamo facendo il possibile".




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