06 ottobre 2005

Mi spiegate il finale?

Bello. Finalmente anch'io ho potuto apprezzare i mondo di Tolkien e del Signore degli Anelli. A piccole dosi, grazie alle pressioni di Carlina ce lo siamo gustato in cinque serate in pantofole. Non ne divento fanatico, ma approvo la saga e i suoi contenuti. E' davvero un concentrato di umanità.

Due osservazioni a caldo. La prima: tutti quei morti caduti in battaglia. Finzione scenica, ma in passato prima dei moschetti, dei cruise e dell'era atomica si moriva così, nel corpo a corpo. La vita è la cosa più improbabile che ci sia, e perderla in modo violento non ha senso. Guerre e battaglie han fatto la storia, ma io sto dalla parte dell'orfano e della vedova. Che poco se ne fanno di onore e gloria. Ergo resto fermo nella mia convinzione dell'assurdità di ogni guerra. Invito chi sostiene il contrario a dimostrare coerenza rinunciando ai propri comfort e partendo volontario subito per il primo fronte utile. Comodo altrimenti delegare agli altri.

Due. C'è una scena all'ultimo che è emblematica: i quattro Hobbit intorno a quattro birre, in un gioco di sguardi mentre tutti intorno ballano. Chi ha volato alto (nel film ha addirittura salvato il mondo) fatica a tornare nel basso quotidiano... ma deve saper comunque parlare lo stesso linguaggio di chi tribola a spiccare il volo.

Ma venendo alla domanda del titolo... Perché Frodo se ne va? Cosa lo obbliga a lasciare gli amici e la contea? Mi affido ai fantasysti più incalliti per sciogliere questo dubbio. F.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Frodo rimane profondamente e indelebilmente segnato dall'esperienza che ha stravolto la sua tranquilla esistenza, prima che Sauron risorgesse a foggia di occhio congiuntivitico in cima alla sua torre. Frodo è in realtà il primo a non riuscire più a parlare il linguaggio di chi non spicca il volo, ma è anzi attratto da una conoscenza superiore di ogni cosa, una conoscenza da acquisire con un eterno viaggio autosacrificale verso l'assoluto, in compagnia dei più perfetti e saggi esseri viventi (gli elfi) e di Gandalf (superdigievolutosi in Gandalf il Bianco), un altro campione di capoccioneria autoreferenziale. Per certi aspetti, l'ultima scena della partenza mi ricorda l'assunzione in Cielo della Madonna; così Frodo, quasi partendo per una vacanza premio, sente di non poter più godere di una vita terrena nella sua contea, il suo spirito ormai anela ad altro. Una birra in compagnia ormai non è più in grado di rendere perfetta la fine di un altro giorno, ora sente di dover raggiungere un grado di consapevolezza che non può trovarsi più da nessuna parte del mondo ormai affidato agli uomini all'inizio della loro era (incoronazione del Re, con presunto leggendario inizio di un'era storica che dovrebbe condurci fino ad oggi). Per cui raccomanda ai suoi amici di spassarsela alla grande. In fondo a loro basta così poco per essere felici ed è questo ciò che conta. Li lascia quasi investendo loro del compito di insegnare agli altri a volare alto.

(personalmente io sarei andato sulla fatata barchetta a vedere cosa c'era alla fine del viaggio, sono troppo curioso!!)

Anonimo ha detto...

Trovato sul web:

La pace torna sulla Contea: ma Frodo soffre ancora per le ferite subite durante la guerra dell'anello. Per questo motivo decide di partire per sempre andando con una nave elfica al di là del mare.