E dopo mesi e mesi di attesa, dopo essere stato persino testimone e fotografo (da terra) delle corse inaugurali a febbraio, dopo che tutti i santi giorni vedo i complessi in allestimento fermi a Savigliano, oggi, 30 settembre, per la prima volta salgo su un Minuetto. Che viaggia un'ora avanti, stando agli orologi interni. Che non dà annunci strani, per fortuna. Che mi ospita seduto in una "rotonda" centrale, con l'ebbrezza di viaggiare di fianco.
30 settembre 2005
28 settembre 2005
Il pòppolo inniorante
Dove andremo a finire se un'oca due sedili più in là che fa lettere e ciarla al telefono enuncia il titolo di un tema dicendo "Quali requìsiti deve avere un buon testo..." anziché "Quali requisìti..."?
Viva il pòppolo inniorante. Che nel mio personale dizionario etimologico identifica la massa acefala che nutre il proprio animo solo di televisive melasse inconsistenti, osannando quasi in adorazione chi le propina.
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Perché perchéee...
Ovvero: la partita di pallone. Ci voleva la squadra dei Lupi50 per farmi passare una sera dietro la panchina a fare il tifo e a fingermi medico sociale. Non son più quello di una volta. La cronaca della serata vede i nostri vittoriosi 7-5 fuori casa. Prima partita del team. Grandi i marcatori e il Boss Alessio. E brave alle ponpongirls. F.
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25 settembre 2005
Una serata trasgressiva
Metti una sera, la domenica sera, ad esempio, e metti una coppia tutta frizzi e lazzi come possiamo essere quello che chiamo moroso ed io.
Adesso metti che la domenica sera non ci sia niente di meglio da fare che guardare ER, scaricare la posta e languire come pensionati incartapecoriti sul divano.
Ora inserisci nel quadro anche la connessione a 4 mega del suddetto moroso e considera che lui e il suo modem hanno reso alla comunità (io) l'incalcolabile servigio di cablare i metri quadri della sua magione.
Ed ecco disegnato il quadro finale: io e lui, più o meno annientati dalle vicissitudini del weekend, a chattare, incalliti tardoadolescenti, su messenger, stando, ben inteso, a non più di 70 cm l'uno dall'altro.
L'unica cosa che potrebbe rendere idilliaca la situazione sarebbe una tazza di tisana dolce, magari ai mirtilli, con un cucchiaino di miele, magari di acacia.
Contando che la tisana in questo preciso momento sta dormendo dietro una qualunque porticina di un pensile della cucina credo che infilerò a stretto giro di posta un paio di mug colme d'acqua nel microonde (nuovo esempio di focolare domestico ad alta potenza) e realizzerò questo pezzetto di film, giusto per sentire il sapore di quelle cose un po' tanto da libro che mi piace avere intorno, come i calzettoni di lana, le coperte di pile, le felpe da scuola elementare, le caramelle morbidose e appiccicaticce e Minù, che come unico esempio di animale domestico assolutamente carino rientra perfettamente nell'insieme.
E buon lunedì a tutti.
C.
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23 settembre 2005
Accade una sera...
... di transitare a passo veloce davanti al pub di Irma, rientrando da Carla (e da precedente riunione).
... di sentirsi chiamare per nome.
... di voltarsi e di tornare indietro a salutare due amici neanche tanto del giro.
... di scoprire due giovani uomini da iscrivere nel registro delle persone speciali.
... di capire che il vecchio Fra rimane quell'animale assetato di relazioni sociali profonde e soprattutto autentiche.
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22 settembre 2005
I vecchi amici
Tu sei lì, immerso nella tua vita di tutti i giorni e all'improvviso ritornano.
Tu te ne stai lì, magari leggendo il giornale, monumento vivente all'impassibilità e all'indifferenza, e loro ricompaiono.
Come quando al mattino tiri su la tapparella della tua stanzetta e scopri che fuori c'è una mirabile giornata di sole ad aspettarti.
Luce.
Felicità.
I vecchi amici, i miei almeno, hanno la meravigliosa abitudine di stupirmi spuntando dal niente quando meno me lo aspetto e poco importa se ci si vede per qualche minuto con la scusa di una pipì o se ci si vede una sera dopo mesi di astinenza da chiacchiere.
Poco importa, sì, perché l'importante è tornare, riabbracciarsi e capire che né tempo né kilometri possono in fin dei conti cambiare certe cose.
E meno male!!!
C.
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21 settembre 2005
E fu Cheese...
Anche se funestata dal diluvio, la grande kermesse c'è stata. Ha lasciato il segno. Ha turbato un po' gli animi dei più sensibili con le strade chiuse e il movimento di gente, cose che a mio avviso sono invece state una ricchezza. Volete mettere? Focaccia ligure, olive all'ascolana e cannoli siciliani serviti nello stesso cortile. Con buonapace di noi medici.
Ma con la dovuta moderazione, senza strafare e sapendosi limitare nella ferialità del quotidiano, le mangiatone di cibi buoni hanno il loro rituale significato.
Se poi la cuoca è Carla... ma non ditele che ve l'ho detto.
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17 settembre 2005
Works in progress
Bra is moving. Lavori in corso. La città si è preparata sapientemente all'evento Cheese. E tutte le sere se ne è aggiunto un pezzo.
Bello vedere le piazze trasformarsi a poco a poco da spianate ad accoglienti spazi per i futuribili turisti. Poi ti capita di vedere in mezzo a una rotonda una statua raffigurante un uomo con una ramazza in mano terribilmente somigliante a Walter. Ah, no... Era proprio Walter che sistemava le ultime fioriere. E via. Presto si sarebbe cominciata la kermesse.
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Brividabadibidi
Madagascar... Un altro cartone che resterà negli annales. Viva Alex, Marty, Gloria e Melman. Cerco assolutamente la foto di
quest'ultima giraffa infilata nella Risonanza Magnetica.
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Vernissage
Matteo Ascheri ha inaugurato l'albergo-cantina-ristorante a cui lavora con la famiglia da cinque lunghi anni. Una meraviglia. E l'onore di essere stati invitati da Maura, la MIA maestra nonché moglie, ad essere presenti. Lo splendore delle cantine, pronte a lavorare le uve in arrivo. Un ambiente splendido. E una cena-buffet in piedi appena disturbata dai pochi minuti di pioggia. Le cose belle restano. L'impegno notevole della famiglia porterà di sicuro i suoi frutti. E la presenza numerosa dei molti invitati, di ogni estrazione, dimostra l'affetto nutrito per questa famiglia. Che nelle sue traversie è riuscita a fare cose grandi. Alla salute!
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La settimana
E allora. Veniamo alla cronistoria degli ultimi otto giorni. Di cose belle ne sono successe, di meno belle pure. Volevo impastare
qualche riflessione da cuocere a fuoco lento per garantirne la giusta doratura. Lo faccio adesso, mentre qui diluvia alla
stragrande, in attesa dell'uscita. Si comincia con "Vernissage".
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16 settembre 2005
No che non mi sono dimenticato
Non ho abbandonato queste pagine... i minuti treno, preziosi per mailare al blog le riflessioni, in questa settimana sono stati
presi dal sonno o da ben altro genere di pensieri. Che settimana... Persin troppo storta. Nei prossimi post cercherò di cogitare in
modo riassuntivo, per tracciare un bilancio della baracca. Che naviga bene, per la carità, ma le onde sussultorie si sono fatte di
nuovo sentire...
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13 settembre 2005
Una strana sensazione
Avete presente quando qualcosa incombe?
Tra due giorni c'è un esame, dopodomani avete una rata da pagare, vi hanno chiamato per un colloquio la prossima settimana, il vostro capo farà un'ispezione al vostro ufficio domani mattina...
Ecco.
Non è paura, non è ansia vera e propria, è una roba però che ti logora dentro perché va bene un giorno o due, una settimana, ma poi, sapendo cosa genera la suddetta sensazione spiacevole e riconducendola ad una scadenza uno pensa che entro quel giorno lì poi starà bene.
E invece no.
Uffa!
Io non so cosa mi genera la sindrome della Spada Di Damocle, mi aggiro come una tigre in gabbia e non posso nemmeno sperare di conoscere quando la situazione assumerà contorni diversi perché in realtà io non so neppure che situazione sia questa.
Di reale e incontestabile c'è il malessere e le conseguenze che la tensione riproduce su di me.
Tutto il resto è contorno: sfocato, incomprensibile, dubbioso purè di variabili che, manco a dirlo, pare non abbiano altri scopi che stressarmi l'esistenza.
Domani è solo mercoledì e io già bramo la domenica.
Vorrei dormire una settimana e invece da giovedì sospetto che sarò di nuovo in quel lager di magazzino a farmi odiare da persone così ottuse da pensare che io viva per far loro espressamente danno.
Posso staccare la spina per qualche tempo?
Pare che le ferie siano finite...
Mi riposerò a rate...in comode dispense settimanali tra la domenica pomeriggio e il lunedì mattina.
Buonanotte signori.
Date libero sfogo allo psicologo che è in voi e commentate anamnesi improvvisate sul mio alterato stato psicofisico, ve ne prego.
Attendo con ansia di potermi liberare da questo tarlo iperattivo.
C.
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09 settembre 2005
Viaggi della speranza
E va bene: stamani due ore e mezza per arrivare a Cuneo. Materiale fuori uso eccetera eccetera. Chi fosse interessato trova la cronaca qui. Ma oggi? Suicidio tra Savigliano e Fossano. Mezz'ora in partenza da Cuneo. Poi a Fossano incarrozzati e stipati su un pullman, pieno di zingare puzzone (mi dite che sono razzista?? comincio ad essere insofferente verso certe categorie di persone...). Pullman che peraltro non si decide a partire. Poi a Savigliano ci sarà forse il treno fino a Cavallermaggiore. Dove ho la macchina.
Ah, no. Tutti giù dal pullman. Di nuovo sul treno. Che ancora non parte.
Carissimi tutti, la vita è bella. Chi arriva al gesto estremo va rispettato. Ma lasciatemi fare il cinico: se proprio volete suicidarvi, non fatelo sotto un treno. Ci sono metodi molto più indolori, almeno per il prossimo.
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Il Pane
Dalla mia privilegiata posizione a contatto del tabernacolo ho registrato due immagini quantomeno poetiche.
Prima. Il vecchio sacerdote che allestisce l'ostensorio e che si ferma ad osservarlo in profondo raccoglimento, misterioso e conturbante colloquio muto.
Secondo. Nell'istante in cui il Vescovo si accinge a benedire, nella luce del portale compare la sagoma della statua della Madonna dei Fiori, madida di pioggia, retta a spalla ma in apparenza sospesa a mezz'aria. E' un istante: la folla stretta in un'inquadratura tra la Vergine e l'ostia consacrata. La Madre e il Figlio in un ideale abbraccio.
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Come la pioggia e la neve
Otto settembre sotto il diluvio. Ieri tutti al Santuario in maglietta blu e cappellino (perfetto stile Colonia) pronti a sfilare in processione e a dire a tutta Bra: "Siamo qui!". Ma l'acqua che non abbiamo preso a Marienfeld è venuta giù a Bra. E allora niente: dentro, in chiesa, pigiati all'altar maggiore, allegra macchia azzurra tra gli statuari, compassati (e un po' massoni... Oh oh, l'ho detto...) Battuti Bianchi e Battuti Neri.
Poi la svolta: non piove più, si riparte. E allora tutti in fila, capitanati da un Vicevescovo Mino Lanzetti più vivace e simpatico che non mai. (Per la verità, acqua e folla non ci hanno spaventati più di tanto, anzi, in proporzione alle esperienze tedesche erano ben poca cosa).
Ovviamente, come volevasi dimostrare, giusto il tempo di partire e... CIAFFF! Giù di nuovo secchiate dal cielo. Dietrofront alla rotonda della Croce. Maxi inzuppata, ma in allegria.
Cosa ha spinto don Michele a voler partire ad ogni costo? Gira la superstizione che se la Madonna non esce sono disgrazie. Meglio evitare i risentimenti popolari, pur sapendone l'inconsistenza? Chissà. Comunque tutto è bene quel che finisce bene. Un bel bagno caldo e tutto è tornato a posto. Ancora una volta la pioggia dal cielo non è scesa invano.
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08 settembre 2005
Severino parte III
Stamani festa grande al Santuario. Il Cardinale è arrivato in ritardo e furente... Ooops! "Bra è una città impossibile da girare!".
Ecco, bravo, lo dica agli amministratori schierati in prima fila e pronti però a rispondere al cellulare nel bel mezzo della
messa... Ma un paio di rasoiate le ha poi tirate.
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04 settembre 2005
Cittadini del mondo
Serata di arrivederci per Chiara e Manu, una di nuovo in pista per Stanford, l'altra, dopo la Spagna, va in Bolivia.
L'altra settimana Giovanni ha spiccato il volo per il Canada. Ale andrà in Germania, dopo il Giappone, anche se per poco. Il caro Matteo (che in sto weekend non riusciremo a beccare, non importa...) fu a Strasburgo per un anno. Christian qui presente fu il capostipite di tutti quando andò per primo partì per la Svezia. Io a Saint-Etienne sei mesi pendolari. Siamo cittadini del mondo. I confini di Bra sono piccoli: meglio volare via, se se ne presenta l'occasione. Ma poi tornare al nido... Carichi di esperienze e di storie da raccontare. E con il cuore carico di nuova vita.
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03 settembre 2005
L'Arma
Sembra giurato.
Tanto prima o poi io con i Carabinieri ci torno ad avere a che fare!
Oggi pomeriggio sono andata in caserma a deporre per il riconoscimento di due loschi figuri che facevano shopping con carte di credito false.
Che bella storia eh?!
Comunque, strano a dirsi, mi sono divertita, sarà che qualcuna delle barzellette che raccontano mi è sembrata un po' più vera, sarà che di starmene lì seduta a descrivere i capi d'abbigliamento che avevano comprato per finta i due figuri non è che mi facesse proprio venire il patema d'animo.
E poi dicono che fare la commessa è un bel mestiere.
Come disse Titti: le commesse sono senz'altro la categoria di lavoratrici più frustrata e volgare che esista!
Io non mi sento frustrata...=)
Saluti al battaglione.
C.
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01 settembre 2005
In mezzo al granturco (2)
Dalla 500 alla 464. Dall'utilitaria fiat al gioiello di locomotore di Trenitalia. Ma entrambe, se si piantano in mezzo alle coltivazioni di cereali, non le schiodi. Sulla cinquina c'ero solo io. Qui sul treno siamo vagonate di viaggiatori... Ah, meno male, ripartiamo.
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Avventori
Cena da Irma per Carla ieri sera, con me al seguito a scolarmi una coca media. Per me resta il locale più bello di Bra. Un buco, ma unico. Irma al banco, la cuoca-cyborg in cucina (l'unica donna che nel cuore della notte ti monta su un goulash in quattro e quattr'otto) e soprattutto la fauna di clienti.
E mentre noi defilati riempivamo le panze, ecco arrivare al bancone cinque uomini di domani, cinque dei nostri mitici ragazzi che faranno a giorni prima superiore. Con fare da uomini maturi, ma pronti a diventare rossi alla prima papera (cui Irma ovviamente non manca di replicare con materno sadico cinismo). Tenerissimi. Ed affettuosi. Fabio, Giovenale, Roby, Alessio e Piro. Ma come loro tutti gli altri della banda.
Dice Carla che forse il perché in mezzo a questi ometti io ci sguazzi così bene lo si deve al fatto che io ai miei tempi non avessi avuto animatori pronti a dedicarci le attenzioni che ci attendevamo anche al di fuori del rapporto strettamente formativo. Penso che questo concetto non sia per nulla lontano dal vero.
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