Cena da Irma per Carla ieri sera, con me al seguito a scolarmi una coca media. Per me resta il locale più bello di Bra. Un buco, ma unico. Irma al banco, la cuoca-cyborg in cucina (l'unica donna che nel cuore della notte ti monta su un goulash in quattro e quattr'otto) e soprattutto la fauna di clienti.
E mentre noi defilati riempivamo le panze, ecco arrivare al bancone cinque uomini di domani, cinque dei nostri mitici ragazzi che faranno a giorni prima superiore. Con fare da uomini maturi, ma pronti a diventare rossi alla prima papera (cui Irma ovviamente non manca di replicare con materno sadico cinismo). Tenerissimi. Ed affettuosi. Fabio, Giovenale, Roby, Alessio e Piro. Ma come loro tutti gli altri della banda.
Dice Carla che forse il perché in mezzo a questi ometti io ci sguazzi così bene lo si deve al fatto che io ai miei tempi non avessi avuto animatori pronti a dedicarci le attenzioni che ci attendevamo anche al di fuori del rapporto strettamente formativo. Penso che questo concetto non sia per nulla lontano dal vero.

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