Tu sei lì, immerso nella tua vita di tutti i giorni e all'improvviso ritornano.
Tu te ne stai lì, magari leggendo il giornale, monumento vivente all'impassibilità e all'indifferenza, e loro ricompaiono.
Come quando al mattino tiri su la tapparella della tua stanzetta e scopri che fuori c'è una mirabile giornata di sole ad aspettarti.
Luce.
Felicità.
I vecchi amici, i miei almeno, hanno la meravigliosa abitudine di stupirmi spuntando dal niente quando meno me lo aspetto e poco importa se ci si vede per qualche minuto con la scusa di una pipì o se ci si vede una sera dopo mesi di astinenza da chiacchiere.
Poco importa, sì, perché l'importante è tornare, riabbracciarsi e capire che né tempo né kilometri possono in fin dei conti cambiare certe cose.
E meno male!!!
C.
1 commento:
A proposito di questo...
da tempo mi sono reso ormai conto che, in un mondo di figli più unici che affratellati, gli amici costituiscono una vera e propria famiglia, un serbatoio di calore umano dal quale attingere tutti i giorni la consapevolezza di aver voglia di vivere insieme. Costituiscono un clan di mutua assistenza, di scambio di competenze diverse e consigli attinenti ad esse, un confessionale e un supporto psicosocio"picio"culturale (ovvero puoi parlare di tutto un po', confidandoti e sfogandoti, filosofando o cazzabubbolando), una taverna dove passare una serata in allegria,un'orchestra con cui cantare e suonare, una villaggio vacanze (anche solo giocando a Sant'Andrea), un gregge al quale fare riferimanto nei giorni più freddi, un esercito col quale attaccare a passo di carica contro le situazioni più buie. Insomma, W gli amicici.
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