Uno. Milano laurea Elena. Vedi tre post più sotto. Baci, abbracci, votone (la cui proclamazione abbiamo sentito solo io e Lucia... vada per Elena visibilmente emozionata, vada per la presidente di commissione settantenne stuccata e con la fretta di buttare la pasta, ma tutti gli altri sono sordi?).
Due. Il rinfresco. Ovvero: carica famiglia ed annessi prima sulla metro e poi sul tram. Che numeri... Gran bell'aperitivo.
Tre. Galoppata a piedi per raggiungere la metro linea 3 (meno male che sono partito: nessun tram mi ha raggiunto, e se avessi atteso non sarei arrivato in tempo a Linate). Cambi vari, aeroporto.
Quattro. Il volo. Sono arrivato al pelo per check-in e imbarco. Quando mi han proposto il sedile finestrino ho fatto salti di gioia. Quando poi ho scoperto di essere all'ultimo posto in coda ho esultato. Il volo era pieno di frequent flyer, del tutto indifferenti al viaggio e alle sue dinamiche. Io invece, come un bambino, sono stato tutto il tempo con il naso premuto contro il vetro. Facendo ooh alla vista della trapunta di nubi sotto di noi.
Cinque. Scendi dall'aeroplano e prendi... Il taf. Binari nella sera. Scendo a Trastevere. La faccio a piedi? La faccio a piedi. Non l'avessi mai fatta a piedi. Roma e i suoi sette colli. Sembravano messi lì apposta per me e per le mie povere gambette.
Sei. Hotel. Carino, ma per quel che me lo pagano aspettavo di meglio. Almeno la vasca dove riposare la muscolatura sfranta. Niente. Doccia e via. Mi consigliano un'ottima pizzeria. E di ritorno (vedi sotto) mi lascio tentare dalla notte romana.
Sette. Notte riposata. Poi mattinata di Vaticano (ovviamente a piedi). Bello avere il tempo per sostare. Qualche acquisto serio. L'incontro inaspettato con Madre Clorinda. La Sistina chiusa, va be', non importa. Un bus anche troppo veloce. E l'appuntamento con Suor Giovannina. E siccome ero in anticipo di un'ora e mezza, gradino di cemento e cronistoria di queste due giornate, fino ad ora. Ma il grosso deve ancora venire. Farò sapere.
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