Arrivato sui monti. La stanza dei più disperati è la mia, ma nonostante tutto dormono. Nanna anche io, più o meno all'ora solita. Sono disperati ma buoni. Tutti. E penso che con la giusta complicità, anche dei più casinari faremo cose grandi.
Non è con l'autorità, ma con l'autorevolezza che li conquisti. E han solo bisogno di qualcuno che li prenda per mano.
2 commenti:
E già... l'autorevolezza che conquista. C'è chi ce l'ha di serie, da sempre, come un fuoco eterno e inestinguibile che brilla negli occhi, vibra nella voce e brucia alimentato da mille risorse e qualità umane personali, e sale su su a toccare i Paradisi delle anime umane.
C'è chi invece l'autorevolezza non sa neanche di averla, ma sono gli altri a fargliela scoprire, dimostrandogli che anche lui vale.
C'è anche chi sa di avere un paricolare tipo di autorevolezza che nn fa propriamente presa fin da subito su chicchessia, ma è una sorta di nettare per pochi intenditori di nicchia. La massa viene solo in seguito conquistata da questa autorevolezza, quando finalmente scopre che si è lentamente insinuata, umile passo dopo umile passo, fra il popolo ed è diventata di moda.
C'è infine chi l'autorevolezza...
non ce l'ha, e allora può rifarsi con l'autorità. Se ci riesce.
Bhe, sul fatto che la camera fosse una raccolta di promettenti desbela posso testimoniare anch'io, da compagno di stanza, ma bisogna dire che in un modo o nell'altro sembra che siamo riusciti davvero a conquistarli (anche se per qualcuno la strada si annuncia più travagliata).
Comunque loro alla fine di tutto si sono dimostrati capaci di esprimere, se ben accompagnati, grandi capacità.
E fu così che il "metodo autorevolezza" colpì ancora una volta nel segno.
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